venerdì 9 dicembre 2011

Prossimamente al cinema "Brave - Coraggiosa e ribelle"

Nell'autunno 2012, uscirà un film d'animazione targato Disney Pixar ambientato in Scozia.
Merida è una giovane principessa scozzese figlia del Re Fergus e della Regina Elinor. Invece di partecipare ai riti e alle tradizioni del regno, care ai Signori del luogo (Lord MacGuffin, Lord MacIntosh e Lord Dingwall) e alla madre, preferisce dedicarsi alla sua abilità di infallibile arciera; rivolgendosi all'eccentrica Wise Woman affinché esaudisca il suo desiderio, scatena così una terribile maledizione e sarà costretta ad utilizzare tutto il proprio coraggio per riuscire a riportare la pace nel regno e salvare i suoi stessi genitori...


Il film uscirà nelle sale statunitensi il 22 giugno 2012 ed in quelle italiane a settembre dello stesso anno.


venerdì 2 dicembre 2011

Lord of the Dance fa un "salto" nel mondo dell'arte

Michael Flatley muove i primi passi in quella che potrebbe rivelarsi una brillante carriera: la star della danza ha creato un'opera d'arte usando i suoi piedi.
Come?
Semplicemente applicando sotto le sue scarpe la vernice e danzando, come solo lui sa fare, sopra alla tela. Il ballo è un assolo tratto dallo show "Celtic Tiger", in cui appare nei panni di Al Capone.
Il risultato è una rappresentazione visiva della danza intitotala "Io", che Flatley ha donato perchè sia messa all'asta: il ricavato andrà a favore dei restauri  della Christ Church Cathedral di Dublino.
L'asta avverrà alla Sheppard’s Irish Auction House a Durrow, Co Laois, venerdì 16 dicembre. Il quadro stile Jackson Pollock dipinto danzando da Michael Flatley è stimato da 3000€ a 5000€.
 Flatley "voleva creare qualcosa di speciale" per la Chiesa di Dublino, che considera un "edificio iconico". Ma ha confermato di voler dipingere ancora.
Commentando questa sua prima opera d'arte, ha detto che l'esperienza è stata molto toccante, per le emozioni che stanno dietro la pittura. Ha messo nel quadro una grande energia ed emozione e tutto ciò emerge dalla tela. Ha danzato su di essa e, quando la danza è finita, lo era anche il quadro. Questa tela mostra l'energia, il potere e la teatralità della danza.

lunedì 21 novembre 2011

Trasferimento in vista per il blog di "Chridhe Gaidhlig - Cuore Gaelico"

Il 30 maggio 2004 è nato il primo embrione di quello che sarebbe poi diventato "Chridhe gaidhlig - Cuore Gaelico": il blog che ora state leggendo.
Fin da allora, questo blog è stato ospitato da Splinder, ma si rende necessario un cambiamento di indirizzo a breve, viste le insistenti voci di una prossima chiusura del servizio blog di Splinder.
Vi terrò al corrente di ogni cambiamento. Il nuovo indirizzo è

http://chridhegaidhlig.blogspot.com

Chiedo scusa fin da ora se si verificheranno disagi nel passaggio al nuovo indirizzo.
Grazie per la pazienza.

 

sabato 12 novembre 2011

Mainland Europe Irish Dancing Championships - Qualificazioni WorldIrish Dance Championships 2012

Mainland Europe Irish Dancing Championships 2011
(Oireachtas Rince na hEorpa and Feis na hEorpa 2011)
Claraithe leis an Coimisiún le Rincí Gaelacha

19 e 20 Novembre 2011

Grand Hotel Barone dei Sassj - Sesto San Giovanni (Mi)
Qualificazioni per i World Irish Dance Championships 2012


Giudici
Katie Maguire Mcmorrow - Essex UK
Kevin Broesler - New Jersey USA
Desmond Bailey - Co. Sligo IRELAND
Mandy Hennigan-O'Loughlin - Hertfordshire UK

Musicisti

venerdì 11 novembre 2011

Coming soon "Rici's Corner" su MoozFm


Dopo i recenti aggiornamenti, tutt'ora in corso, annuncio l'espansione di "Chridhe Gaidhlig - Cuore Gaelico" in radio.
Sta per nascere "Rici's Corner", una trasmissione radiofonica condotta dalla sottoscritta, che andrà in onda su MoozFm.
Il programma sarà condotto in lingua inglese, visto che MoozFm è una radio ascoltata in diverse parti del mondo, ma non escludo la possibilità di puntate anche in italiano. Su MoozFm parlerò di diversi aspetti della cultura celtica, accompagnati da una selezione di musica celtica proveniente da tutto il mondo. Vi presenterò musicisti, brani tradizionali e sottogeneri musicali, racconterò storie e leggende, approfondirò le più diverse tematiche legate a questo mondo.
Il lancio ufficiale dello show avverrà tra pochi giorni: scoprite i dettagli e tenetevi aggiornati sulle novità su MoozFm.com!


lunedì 7 novembre 2011

Le danze irlandesi



Storia


Si parla di "danze irlandesi" più che di "danza irlandese" perchè si tratta di diverse forme di ballo, di cui le più note sono la ceili dance e la step dance.
Ci sono soltanto riferimenti vaghi alla storia remota delle danze irlandesi: si dice che i primi ballerini professionisti furono i druidi, che ballavano nei rituali religiosi. Le tracce dei loro balli circolari sopravvivono nei balli in cerchio di oggi.
Uno dei primi riferimenti alle danze irlandesi è in una lettera scritta da Sir Henry Sydney alla regina Elizabeth I nel 1569, in cui Sydney ha descritto la formazione di ballo, osservando i ballerini disposti su due file parallele.
Tutte le attuali danze irlandesi devono molto all’opera dei maestri di danza, i Masters, comparsi in Irlanda verso la metà del XVIII secolo. Essi viaggiavano di villaggio in villaggio, ove soggiornavano per un periodo di circa sei settimane durante il quale impartivano delle lezioni d ballo. Agli allievi più capaci e promettenti venivano insegnati non solo i passi più semplici destinati alle danze di gruppo, ma anche quelli più complessi e ricchi di virtuosismi delle danze da solista, quelli cioè caratterizzati dalla tecnica del “battering”, consistente nel battere i piedi per terra a tempo per meglio marcare il ritmo della musica. Per ottenere un suono più forte e ben udibile nel danzare questi passi, spesso i ballerini collocavano nelle scarpe delle monete oppure inserivano dei chiodi sotto la suola delle scarpe, in prossimità della punta, per renderla metallica e quindi più sonora. Per danzare questi balli era necessario disporre di una superficie di legno: si ballava infatti spesso su tavole o porte temporaneamente rimosse dai cardini e stese a terra per lo scopo.
Gli stessi maestri si sfidavano frequentemente in gare di abilità nella danza da solista, dove il premio per il vincitore consisteva nel rilevare l’area d’influenza del maestro sconfitto e quindi aumentare il numero dei propri allievi. Accanto alla danza da solista e alle danze di gruppo dette "ceili", dal termine gaelico indicante le feste da ballo, si sviluppò in Irlanda anche un altro filone di danza, sempre di gruppo, detta set dancing.
Le danze appartenenti a questa categoria ebbero origine dalle quadriglie francesi, importate in Irlanda e modificate dai maestri di danza per essere adattate alla musica locale. Eseguite da gruppi di quattro coppie di ballerini disposte a quadrato, detti “set”, queste danze divennero piuttosto popolari, ma conobbero poi un notevole declino ad opera dello stesso governo irlandese, della Chiesa cattolica, e della Lega Gaelica.
Quest'organo fu istituito nel 1893 per preservare l’ identità nazionale irlandese, sempre repressa dagli inglesi, attraverso la promozione della lingua gaelica e di varie manifestazioni della cultura irlandese, tra cui la danza. Le set dances, dunque, furono accusate di essere spurie in quanto di origine straniera e, mai bene accette da parte della Chiesa che sempre aveva visto la danza come un’attività licenziosa e immorale, furono fortemente osteggiate. Esse vennero addirittura ostacolate dal governo irlandese con il Dance Hall Act del 1935, con cui il loro esercizio nei luoghi pubblici veniva subordinato all’ottenimento di una speciale licenza, non facile da conseguire.
Le ceili dances, al contrario, furono favorite dalla lega Gaelica rispetto alle set, in quanto costituite da passi ritenuti più genuini ed autentici perché creati direttamente dai maestri di danza irlandesi; inoltre, la postura più rigida con braccia quasi sempre ferme lungo i fianchi e lo scarso contatto fra i ballerini, i quali al massimo si prendono per mano (nel ceili dancing, a differenza del set dancing infatti, non si utilizza la cosiddetta presa di valzer) rendeva questi balli più accettabili per la Chiesa. Tutto ciò determinò il successo conosciuto dalle ceili dances rispetto alle set per parecchi anni.
Le set dances hanno riacquistato popolarità solo di recente, verso gli anni '70 e '80 del XX secolo, ed oggi sono tornate in auge al punto da essere le più ballate nella maggior parte delle feste danzanti irlandesi. Le ceili dances e soprattutto la danza da solista, la step dance, hanno avuto invece particolare fortuna nell’ambito delle competizioni e, da circa quindici anni a questa parte, anche nel mondo dello spettacolo.
Il famoso brano di step dance irlandese Riverdance, coreografato dal ballerino e campione del mondo di danza irlandese Michael Flatley ed interpretato dallo stesso Flatley nel ruolo del protagonista, fu presentato in Eurovisione nel 1994 e riscosse un enorme successo, che portò subito alla creazione di un vero e proprio musical, imperniato principalmente sulla step dance irlandese e anch’esso intitolato Riverdance. Grazie alle tournée, per la prima volta nella storia la step dance, in precedenza nota soltanto in Irlanda e nei paesi con forte presenza di immigrati irlandesi (Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Australia e Nuova Zelanda), è stata portata nei teatri di tutto il mondo, dove ha collezionato innumerevoli successi, appassionando un numero sempre crescente di persone.
In occasione di questi eventi la step dance rigorosamente tradizionale è stata arricchita, ad opera di Michael Flatley, da movimenti di braccia, testa e busto, assolutamente non tradizionali ma tali da renderla maggiormente espressiva e adatta ad essere presentata alle platee di tutto il mondo. Questo stile ha preso il nome di Riverdance style e continua ad essere praticato in un notevole numero di fortunati spettacoli di danza irlandese quali The Lord Of The Dance, Feet Of Flames, Dancing On Dangerous Ground, Gaelforce, Celtic Tiger e molti altri, che sono seguiti a Riverdance.
Al giorno d’oggi, quindi, questa forma di danza da spettacolo convive accanto alla step dance di stile rigorosamente tradizionale, caratterizzata dall’assoluta immobilità della parte superiore del corpo in contrasto con la velocità e il brio dei movimenti dei piedi; uno stile, quest’ultimo, non certo meno importante, ma che, anzi, continua ad essere preservato con particolare cura ed attenzione insieme con il ceili e il set dancing, in quanto prezioso patrimonio culturale d’Irlanda nonché fonte e origine di ogni forma moderna e innovativa di ballo irlandese.

sabato 5 novembre 2011

Aggiornamenti al sito web di "Chridhe Gaidhlig - Cuore Gaelico"


Da oggi è online la nuova versione corretta e aggiornata di "Chridhe Gaidhlig - Cuore Gaelico".
Il sito web si è rinnovato nei contenuti e nei servizi: la grafica è rimasta, esteriormente, quella di sempre, ma la navigazione è arricchita da nuove funzioni per gli utenti.
Il sito è ora completamente integrato con Facebook: trovate il like button, i commenti, pulsanti di condivisione e il box della fan page. Nella sezione foto e video, trovate inoltre accesso diretto alle foto pubblicate dai fans su Facebook.
Migliorata la funzione di stampa: utilizzando l'apposito link, potete stampare il contenuto di ciascuna pagina senza le colonne laterali.
Potete rimanere aggiornati sulle ultime novità grazie a diversi tools, da Networkedblogs a Google Friend Connect.
Ma gli aggiornamenti non finiscono qui
.
Vi ricordo che chiunque può contribuire alla crescita del sito web inviando articoli, recensioni, foto, video, links, racconti.
Buona navigazione in
"Chridhe Gaidhlig - Cuore Gaelico"!

sabato 29 ottobre 2011

Il bugiardo irlandese



Nel lontano Est viveva una volta un re che aveva una sola figlia. Quando la figlia fu cresciuta e fu abbastanza grande per venire maritata, il re proclamò che avrebbe concesso la sua mano alla persona che fosse riuscita a fargli dire per tre volte di seguito: "E' una menzogna, una menzogna, una menzogna!".
La notizia del proclama si sparse per il mondo, e raggiunse anche l'Irlanda, dove allora vivevano una povera vedova e suo figlio, che era un celebre bugiardo. Una sera il ragazzo tornò a casa e disse:
- Sarei sorpreso se non potessi conquistarmi la figlia del re. Datemi la vostra benedizione, madre, perché domani parto. -
Il mattino seguente il bugiardo irlandese partì per la sua avventura. Viaggiò a lungo e alla fine giunse alla reggia del re. Alle porte venne fermato dalle guardie:
- Ehi, tu! Dove vai piccolo irlandese? -
- Vado dal vostro re, per sposare sua figlia, - rispose il bugiardo.
Le guardie lo portarono subito al cospetto del re. Il re lo condusse in un enorme prato, dove i suoi greggi e armenti stavano pascolando, e chiese:
- Cosa pensi del mio bestiame? -
- Cosa penso, Vostra Maestà? Questi non sono armenti, non è bestiame, non è niente. Dovreste vedere il bestiame di mia madre! - Esclamò il bugiardo irlandese.
- E cos'hanno di speciale gli armenti di tua madre? - chiese il re dell'Est.
- Cos'hanno di speciale, Vostra Maestà? Sono così grandi che una volta sotto una foglia di uno di quei cavoli sì poté fare un banchetto di nozze. Sapete, era venuto a piovere e gli invitati in cortile si bagnavano. -
- Uhm, Uhm,- borbotto il re dell' Est, e condusse il bugiardo in un orto vastissimo, che era stato coltivato a fave.
- Ora dimmi che cosa pensi delle mie fave,- domandò.
- Cosa penso, Vostra Maestà? Perché queste sono fave? Non sono fave e non sono niente! Dovreste vedere le fave dell'orto di mia madre! - esclamò il bugiardo irlandese.
- E cos'hanno di speciale? - chiese il re dell'Est.
- Cos'hanno di speciale, Vostra Altezza Reale? Sono piante così alte che la punta della più corta raggiunge le nuvole. Una volta, quando i boccelli erano maturi, andai con un sacco per raccogliere le fave da una pianta. Mi arrampicai di foglia in foglia, cogliendo le fave e buttandole nel sacco. Quando questo fu pieno, lo gettai a terra e continuai a salire, finché arrivai tra le nuvole. Lì vidi una casa e sul muro c'era una pulce. Siccome avevo bisogno di una nuova borsa, la uccisi e la spellai: ma la pelle era sufficiente per nove borse. Quando poi cominciai a scendere le foglie erano già secche, e si ruppero sotto i miei piedi. Subito dopo l'intero gambo della pianta si spezzò. Io caddi, e precipitai in un gran dirupo. Siccome ero rimasto conficcato tra due rocce e non riuscivo a liberarmi, trassi di tasca il mio coltello, mi tagliai la testa e la mandai a casa per avvisare i familiari di ciò che era successo. Lungo la strada la mia testa incontrò una volpe e quella briccona la afferrò in bocca. Questo mi seccò moltissimo. Perciò saltai via e gli corsi dietro, e quando la raggiunsi le tagliai un pezzo di coda col coltello. E sulla coda c'era scritto che vostro padre era stato servo di mio padre! -
- Questa è una menzogna, una menzogna, una menzogna! - urlò il re arrabbiato.
- Lo so, Vostra Maestà - rispose il bugiardo irlandese - Ma voi stesso mi avete invitato a dirla. Ora, come punizione, dovete darmi vostra figlia in sposa.
E così fu che il povero irlandese ottenne la mano della figlia del re dell'Est.
Venne preparato uno splendido banchetto, che durò un anno intero, e l'ultimo giorno fu allegro e chiassoso quanto il primo.

mercoledì 26 ottobre 2011

La leggenda di Úna Bhan e Tomàs Làidir


Úna(1) era la figlia di Mac Diarmada(2), capitano di Moyurg e proprietario di Castle Carrick, su un'isola in Lough Cé(3) nella contea di Roscommon. Úna era una ragazza bellissima, soprannominata Bhan a causa dei suoi lunghi capelli biondi.
Úna si innamorò di Tomás Láidir(4) Mac Coisteala(5), la cui famiglia possedeva gran parte della regione di Sliabh Lugha, compreso il castello di Aileac Mor(6). Ma i Mac Coisteala persero tutti i loro possedimenti e caddero in disgrazia.
Tomàs era bello e forte, ma il padre di Úna aveva già scelto per sua figlia un uomo più ricco e potente, quindi le proibì anche soltanto di rivolgere la parola a Tomàs. Per impedire che i due amanti si incontrassero nuovamente, bandì lui dal proprio territorio e confinò la figlia nel castello che sorgeva al centro dei possedimenti di famiglia.
Úna, imprigionata senza via di fuga lontano dal suo amato, si ammalò gravemente e la sua condizione peggiorava di giorno in giorno: la bella ragazza stava morendo di dolore. Il padre, quindi, decise di consentire a Tomàs di farle visita.
La gioia e il sollievo di Úna furono immensi! Tomàs chiese alla sua amata di fuggire via insieme, di lasciare il castello e suo padre per andare lontano assieme a lui e vivere insieme per tutta la vita. Lei promise di parlare a suo padre, di chiedergli di concedere loro di vivere insieme felici: se fossero fuggiti, li avrebbe inseguiti in capo al mondo e, una volta che li avesse trovati, Tomàs avrebbe dovuto pagare con la vita. Avvicinandosi il momento in cui il ragazzo avrebbe dovuto lasciare i possedimenti di Mac Diarmada, si fece promettere da Úna che avrebbe mandato qualcuno ad avvisarlo della decisione del padre di lei. Ma il messaggero avrebbe dovuto raggiungerlo prima che avesse attraversato il fiume Donóige(7) che segnava il confine del territorio dei Mac Diarmada: se avesse superato il fiume senza avere avuto notizie, avrebbe considerato la risposta negativa e se ne sarebbe andato per sempre, non sarebbe mai più tornato nel territorio di Lough Cé per non creare problemi alla sua amata.
Tomàs prese il suo cavallo e si allontanò dal castello di Úna. Cavalcava lentamente, la testa affollata di mille pensieri, aspettando con ansia di sentire alle sue spalle il rumore di zoccoli che annunciava il messaggero di Úna. Ma nessuno veniva.
Giunto ad Átha na Donóige(8), Tomàs si fermò e attese a lungo al centro del guado. Il servo che era con lui cercava di convincerlo a guadare il fiume e passare oltre. Tomàs attese ancora nel mezzo del fiume, e dopo un po' il suo servo gli disse che un gentiluomo come lui non doveva restare nell'acqua gelida in attesa a causa di una sola donna: il mondo era grande e il suo orgoglio non piccolo per perseverare in una disgrazia del genere. Tomàs, infine, si lasciò convincere e attraversò il fiume.
Ma appena ebbe messo piede sull'altra riva, giunse il messaggero di Úna, invitandolo a tornare indietro al castello. Era troppo tardi: Tomàs non avrebbe mai infranto un giuramento, per nessuna ragione al mondo.
Quando lo seppe, Úna precipitò in un grande sconforto e la sua infelicità divenne tanto profonda che lei ne morì. La notte seguente, venne seppellita su un'isola in Lough Cé(9).
Tomàs lo venne a sapere e si disperò: a causa del suo orgoglio la donna che amava era morta. Ogni sera, di nascosto, nuotava verso la tomba della sua amata e trascorreva la notte a piangere e vegliare. Una notte, iniziò a cantare una canzone per Úna:

 



A Úna bhán, is gránna an luighe sin ort
Ar leabaidh caol árd ameasc na mílte corp;
Muna dtagaidh d' fháidh orm, a stáid-bhean bhí riamh gan locht,
Ní thiocfaidh mé chum na h-áite seo go bráth acht aréir 's anocht.



A Úna bhán, a bhláth na ndlaoith ómra,
Tar éis do bháis de bhárr droch-chómhairle;
Féach, a ghrádh, cia aca b' fhearr de 'n dá chómhairle?
A éan i gcliabhán, is mé i nÁtha na Donóige.



A Úna bhán, d'fhágbhuidh tú mé i mbrón casta,
Agus cia b' áil leat bheith trácht air go deo feasta,
Cúilín fáinneach air ar fhás suas an t-ór leaghtha?
A's go mbfhearr liom air láimh leat 'na an ghlóir Flaithis.



A Úna bhán, ar seisean, na gcurachán cam,
'S an dá shúil agat ba chiuine d'á ndeachaidh i gceann,
A bhéilín an tsiúcra, mar leamhnacht, mar fhíon 's mar bheoir,
Agus a chos dheas lúthmhar is tú shiúbhalfadh gan phian i mbróig.



A Úna bhán, mar rós i ngáirdín thú,
'S ba choinnleoir óir ar bhórd na bainríoghna thú;
Ba cheileabhar 's ba cheolmhar ag gabháil an bhealaigh seo rómham thú,
'S é mo chreach maidne bhrónach nár pósadh liom thú.



A Úna bhán, is tú do mhearuigh mo chiall;
A Úna, is tú a chuaidh go dlúth idir mé 'gus Dia;
A Úna, a chraobh churtha, a lúibín casta na gciabh,
Nár bh'fearr damh-sa bheith gan súile ná d'fheiceál ariamh?



Is fliuch agus fuar mo chuairt-se chum an bhaile aréir,
Agus mé mo shuidhe suas ar bhruach na leapthan liom féin,
A ghile gan gruaim ag nár luadhadh an iomadamhlacht acht mé,
Cad as nach bhfuagruigheann tú fuacht na maidne dham féin?



Tá daoine annsan tsaoghal so chaitheas di-mheas ar dhúithche folamh
A lán de mhaoin shaoghalta, agus ni buan í aca;
Ceasacht maoine ni dheanfainn ná truagh fearainn,
Acht b'fhearr liom ná dá chaora da mbheidheadh Úna agam.



Seasaidh agus dearcaidh, bhfuil mo ró-ghrádh ag tigheacht?
Is mar chnap-sneachta í a's mar mhil bheacha do reoidheadh an ghrian;
Mar chnap-sneachta 's mar mhil bheacha do reoidheadh an ghrian,
Agus a chuid 's a charaid, is fada mé beo id' dhiaidh.



A Úna, a ainnir, a charaid, 's a dhéid órdha,
A bhéilín mealdha nár chan riamh éagcóra,
B'fhearr liom-sa bheith ar leabaidh léi 'ga síor-phógadh
'Ná mo shuidhe i bhFlaitheas i gcathaoir na Trionóide.



Ghluais mé tríd baile mo charad aréir,
A's ní bhfuair mé féin fuaradh ná fliuchadh mo bhéil;
'S é 'dubhairt an stuagh-chailín gruama a's madar as a méar,
"Mo thri truaighe ní n-uaigneas do casadh liom thu féin."
(10)



A un tratto, gli sembrò come di sentire la mano di Úna accarezzagli la guancia e la sua voce dire "Na tarraigh! Non venire!"
Tomàs se ne andò soddisfatto e non tornò mai più. Visse ancora poco e, quando morì, il padre di Úna era così commosso che decise di farlo seppellire sull'isola, accanto alla tomba di sua figlia.
Due alberi nacquero dalle due tombe vicine, che crebbero e intrecciarono i loro rami in un nodo d'amore eterno. Ogni giorno, quando le foglie sussurrano al vento, un'allodola canta un'amara canzone da'more, la canzone dell'amore eterno di Úna Bhan e Tomàs Làidir.



(Una Bhan, da "Love Songs of Connacht", Douglas Hyde', 1895, pp. 51-60)



 



Note:
(1) Úna è la versione irlandese del nome Agnese, derivato dal latino "agnus" (agnello).
(2) MacDermott
(3) Lough Key
(4) "Il Forte"
(5) Mac Costello o Costello
(6) Castlemore
(7) Il fiume Donogue
(8) Il guado del fiume Donogue
(9) Trinity Island
(10) Oh bionda Una, è brutto questo giacere presso di te
su un alto stretto letto tra migliaia di corpi;
Se il tuo urlo in risposta non giungerà a me,
oh giusta donna che fu sempre senza colpa,
Non tornerò a questa torre mai più, se nonper l'ultima notte questa notte.



Oh bionda Una, oh bocciolo dai riccioli ambrati,
dopo la tua morte per un cattivo consiglio,
guarda, mio amore, quale dei due consigli fu migliore,
oh uccellino in gabbia, quando ero nel guado del Donogue?



Oh bionda Una, mi hai lasciato a struggermi nel dolore,
e perché ci sarebbe stato in te il desiderio di fare di più per sempre,
oh ragazza dai bei capelli ricci, sui quali l'oro fuso cresce?
Preferirie essere con te nella gloria del Signore.



Oh bionda Una, disse lui con un debole sorriso,
i tuoi due occhi erano i più gentili mai esistiti,
Oh piccola bocca di zucchero, come latte fresco, come vino e come birra,
Oh amabile svelto piede, tu cammineresti senza dolore in una scarpa.



Oh bionda Una, tu eri come una rosa in un giardino,
ed eri un candeliere d'oro sulla tavola della regina;
Tu eri una melodia, e musicale, quando percorrevi la strada avanti a me,
è la mia terribile perdita del mattino che non eri sposata a me.



Oh bionda Una, sei tu che hai stravolto i miei sensi;
Oh Una, sei tu che sei giunta fermamente tra me e Dio;
Oh Una, oh ramo profumato, oh boccolo di capelli ricci,
Non sarebbe stato meglio per me essere senza gli occhi, non averti mai vista?



La mia visita in cittò la scorsa notte fu umida e fredda,
e sedevo sul bordo del letto da solo;
Oh splendore senza oscurità, che non eri promessa a molti, ma a me,
perchè non mi dichiari la freddezza del mattino?



Ci sono persone a questo mondo che disprezzano una proprietà vuota,
pieni di ricchezza mondiale, anche se non resta per sempre;
Non mi lamenterei della mancanza di ricchezza nè della mancanza di terra,
ma vorrei avere Una piuttosto che due pecore.



Alzati e guarda, è il mio grande amore che viene?
Lei è come una palla di neve e miele d'api che non gelerebbe il sole;
come una palla di neve
e miele d'api che non gelerebbe il sole,
il mio tesoro e la mia cara, è molto tempo che vivo senza di te.



Oh Una, fanciulla, cara, dai denti d'oro,
oh piccola bocca di miele che non ha mai pronunciato un'ingiustizia,
avrei preferito essere a letto con te, baciandoti continuamente,
che sedere nel Regno dei Cieli sul trono della Trinità.



Ho passato la scorsa notte dagli amici in città,
e non ho ancora trovato nulla con cui rinfrescare o bagnare la mia bocca;
la graziosa ragazza, cupa e con robbia tra le dita, disse,
"Sono tre volte in disgrazia, io che non ti ho incontrato in solitudine."


  

lunedì 17 ottobre 2011

Capodanno Celtico 2011 a Milano, Castello Sforzesco


La manifestazione, giunta alla sua dodicesima edizione ed entrata a pieno titolo nel circuito dei grandi festival celtici europei, guida, nel cerchio senza tempo del Castello, il pubblico sempre più numeroso, in un entusiasmante percorso tra antichi accampamenti, danze sfrenate, accese battaglie, sussurri d’arpe che incantano, artigiani e le più coinvolgenti voci del panorama celtico e folk nazionale ed internazionale, alla scoperta di un patrimonio che è parte irrinunciabile dell’identità culturale di Milano e della Lombardia.
Il successo di pubblico e la sua eterogeneità testimoniano un desiderio largamente condiviso di riscoprire le proprie radici ed è legato, a nostro avviso, alla scelta di veicolare il percorso conoscitivo in più sfere di fruizione, promuovendo in ognuna di esse, ove sia possibile, una fattiva partecipazione.

 



Scopri il programma completo!

martedì 6 settembre 2011

Vittoria per Montefortino!


Ricordate la petizione per salvare la necropoli celtica di Montefortino?

Il Consiglio di Stato ha depositato il 2 agosto 2011 la sentenza che riguarda il Bacino estrattivo di Monte S. Angelo di Arcevia. E’ stato respinto il Ricorso presentato dalla Provincia di Ancona, contro la Sentenza del TAR Marche, che annullava il Piano cave provinciale.
Sono state accolte tutte le tesi del comitato che si è costituito per denunciare fin dal 2004 agli Amministratori lo scempio che avrebbero perpretato su molti ambiti di tutela imposti da Leggi e Regolamenti.
Questa sentenza dice basta alle scelte sbagliate degli Amministratori arceviesi!!!
Monte S. Angelo rappresenta il baricentro geografico del territorio comunale ma non solo, è anche il baricentro della sua storia, della sua cultura, delle sue tradizioni, della sua anima, ora viene il momento di compiere scelte per la giusta valorizzazione di un territorio che merita molto.

Per saperne di più visita il sito del comitato www.ilmontesantangelo.it/joomla/

venerdì 2 settembre 2011

Bustofolk 10° ed. 18-25 settembre 2011 - Festival Interceltico Città di Busto Arsizio


Dal 18 al 25 Settembre la Città di Busto Arsizio ospiterà la decima edizione di Bustofolk, il festival di respiro internazionale promosso dall'Accademia di Danze Irlandesi - "Gens d'Ys". In dieci anni oltre 500 artisti, 84 gruppi musicali, 9 nazioni e 8 regioni coinvolte, più di 400 espositori, circa 800 studenti degli istituti superiori partecipanti agli stage di danza, 150.000 presenze questi sono alcuni dei numeri del Bustofolk.

Riscoprire e far rivivere la musica, la danza, la storia e l'artigianato della nostra cultura. Diffondere e portare a conoscenza del grande pubblico, nella cornice urbana di Busto Arsizio, nel cuore della Provincia di Varese, la migliore offerta artistica del panorama “celtico” tradizionale e non.

La decima edizione di Bustofolk è dedicata non solo agli intenditori della pura traditional music, ma anche a ballerini di fest-noz, amanti di ibridazioni sonore a base folk e a tutti coloro che semplicemente vogliono vivere in prima persona momenti di magia, festa e cultura celtica tra amici.



Scopri il programma



mercoledì 17 agosto 2011

3/gnago's Celtic Night - II edizione





L'associazione Ludico Culturale The Inklings
presenta

3/gnago's Celtic Night - II edizione

Castello di Tregnago
Via Castello
Tregnago, Italy




venerdì 2 settembre · 20.30

Informazioni


mercoledì 6 luglio 2011

Irlanda in Musica 2011 a Bobbio (Pc)




2011 - XIV Edizione


Venerdì 8 luglio 2011
Bobbio, Piazza San Colombano ore 21:30
ingresso unico € 10,00
Ingresso gratuito ai minori di 12 anni e ai maggiori di 70
"Irish Night" & "Birkin Tree"
Stand Gastronomici dalle 19:30 - Birre Irlandesi

Sabato 9 luglio 2011
Bobbio, Piazza San Colombano ore 21:30
ingresso unico € 10,00
Ingresso gratuito ai minori di 12 anni e ai maggiori di 70
"Frankie Gavin" & "De Dannan"
Stand Gastronomici dalle 19:30 - Birre Irlandesi

Venerdì 15 luglio 2011
Bobbio, Piazza San Colombano ore 21:30
ingresso unico € 10,00
Ingresso gratuito ai minori di 12 anni e ai maggiori di 70
"Dervish"
Stand Gastronomici dalle 19:30 - Birre Irlandesi

Sabato 16 luglio 2011
Bobbio, Piazza San Colombano ore 21:30
ingresso unico € 20,00
"Davide Van De Sfroos"

tutte le sere sarà possibile mangiare e bere
Stand Gastronomici dalle 19:30 - Birre Irlandesi

Info: www.irlandainmusica.it

lunedì 27 giugno 2011

Y Gododdin


Composto all'inizio del sesto secolo, l'”Y Gododdin” é una delle prime testimonianze letterarie conosciute in una lingua celtica. Il poema é formato da una lunga serie di elegie in onore dei guerrieri del regno brittonico di Gododdin e dei suoi alleati (fra cui”l'unico figlio di Cian dal territorio del Bannog”(1), proveniente da Pictavia) che morirono combattendo contro gli Angli di Deira e di Bernicia in una località denominata Catraeth. Il toponimo sembra derivare dal latino “cataracta”(cascata, da cui il nome della fortezza romana di Cataractonium) ed é forse identificabile con l'odierna Catterick, nel North Yorkshire. La capitale di Gododdin, Dun Eidyn, fu assediata nel 638 dal re di Northumbria e divenne Edin Burh (Edimburgo). La battaglia celebrata nel poema avvenne attorno all'anno 600, mentre gli studiosi dibattono sulla data del componimento: alcuni asseriscono che esso fu realizzato nella Scozia meridionale poco dopo lo scontro, altri gli attribuiscono un'origine gallese ed una data posteriore, attorno al nono o decimo secolo.
Capolavoro di poesia eroica priva di carattere narrativo, é tradizionalmente ritenuto opera del bardo Aneirin, unico sopravvissuto dei trecento britanni che si scontrarono contro l'esercito invasore. In alternativa é stato suggerito che, assieme al poeta, scampò alla carneficina il guerriero Cynon, più volte citato.
Il più antico manoscritto dell' “Y Gododdin”, il Llyfr Aneirin (Libro di Aneirin), risale alla seconda metà del tredicesimo secolo, ma é verosimilmente una copia di un testo del nono. E' custodito alla Cardiff Central Library e presenta anche quattro poemetti (Gwarchanau) di argomento epico-eroico non connessi con l'argomento del Gododdin: Gorchan Tudfwuhlch, Gorchan Cyneflyn e Gorchan Mael Derw (quest'ultimo personaggio é ricordato anche nel “Cad Goddeu” di Taliesin: vedi nota 5). Il Llyfr Aneirin contiene il lavoro di due differenti copisti, indicati con le lettere A e B. L'amanuense A trascrisse materiale in Medio Gallese e lasciò una pagina vuota prima di scrivere i versi dei Gwarchanau. L'amanuense B intervenne più tardi, e con ogni probabilità attinse da una fonte anteriore, dato che i versi da lui vergati sono in Antico Gallese. Non realizzò esattamente una continuazione del testo A, ma apportò anche variazioni ai passi in esso contenuti. All'interno del manoscritto B é possibile rintracciare una parziale modernizzazione dell'ortografia, ed é stato suggerito che l'autore di B possa avere usato due precedenti testi, denominati B1 e B2. John Koch ha pubblicato un'edizione nella quale tenta di ricostruire la versione in brittonico primitivo che si suppone essere all'origine del Gododdin: egli distingue uno stadio arcaico, diffuso nei territori dei Britanni settentrionali sino al 638, uno stadio antico, che circolava nel Galles settentrionale a partire dal 655, ed uno stadio più recente, presente sempre in Cymru nell'ottavo-nono secolo.
Inizialmente il Gododdin venne tramandato oralmente dai bardi, e la sua metrica, del tutto particolare, presenta anche rime interne ed allitterazioni.

L'opera consta di cento stanze e la prima, considerata una sorta di prologo realizzato dopo la morte di Aneirin, fa parlare il poema in prima persona(2):

I
Io, Gododdin(3), rivendico la parola
Qui, nella calca dei guerrieri della corte:
Che il canto del figlio di Dwywai(4), il coraggioso,
Sia tramandato fino a rendersi vasto.
Mai debole o vile davanti al fuoco
Il pino brucia dal tramonto all'alba...
Da quando il muro della battaglia venne ucciso,
Da quando la terra fu gettata sopra Aneirin
la poesia si é allontanata dagli uomini del Gododdin.

L'esercito di Gododdin, comandato da Mynyddog Mwynfawr e composto anche da stranieri, andò in battaglia dopo aver partecipato ad un lungo festino a base di idromele. Questa bevanda é ricordata in molte stanze:

IX
Uomini giunsero a Catraeth, l'esercito fu preparato,
Idromele blu nel festino, fu come veleno,
Trecento guerrieri preparati al combattimento,
E dopo un grido di gioia un grande silenzio.
Anche se fecero riti propiziatori
l'incontro con la morte fu inesorabile.

X
Uomini giunsero a
Catraeth, gonfi d'idromele...
Con lame arrossate, cavità spaventose
Serrati, cupi, inseguimenti e massacri.
Dell'esercito di Bernicia, onere pesante,
Nessuno di quegli uomini fu risparmiato.
Perdetti un amico...
Agile nel combattimento, gravoso lasciarlo là.
L'eroe non chiese in pegno nessuna dote,
Il giovane figlio di Cian da Maen Gwyngwn.

XII
Uomini giunsero a Catraeth mentre albeggiava
L'ardore accorciò loro la vita,
Bevvero idromele, giallo, dolce, ingannatore,
Per un anno i poeti furono felici.
Rosse le loro spade, le lance non pulite,
Bianchi scudi e punte di lame rotte,
Il manipolo di guerrieri di Mynyddog Mwynfawr.

XVIII
...Corno traboccante d'idromele
Nella stanza di Eidyn(5).
La sua larghezza famosa, Il suo idromele velenoso,
Bevve vino forte...

XXXIV
Guerrieri in movimento, si cibarono insieme
Un anno di idromele, nobile intento,
Triste raccontare di loro...

XLII
Uomini possenti vennero tra di noi,
Erano gonfi di vino e d'idromele...

LVII
Dopo il vino e l'idromele attaccarono
Uomini nella mischia, rinomati, senza paura.
Schiere lucenti, coppe, banchetto di gioia,
Bevvero vino e idromele e malto.
Del manipolo di Mynyddog io ho grande rimpianto,
Tutti i compagni più veri li ho perduti.
Dei trecento guerrieri giunti a Catraeth
Sventura: eccetto uno, nessuno é vivo.

XCIII
Bevvi idromele prima del mio viaggio,
Vino abbondante presso Catraeth, tutto d'un fiato. ...

Questi sono solo alcuni dei brani in cui sono nominate le bevande alcoliche consumate alla festa, e con ogni probabilità i guerrieri andarono all'attacco ubriachi, subendo così la disfatta.
In quell'antica società eroica i servizi in combattimento erano ricompensati con abbondanti quantità d'idromele. I liquori che un uomo d'armi riceveva dal suo signore erano il simbolo del legame e dell'obbligo fra i due:

XXXIII
Guerrieri in movimento, assaltarono insieme,
Vite brevi, ebbrezza del chiaro idromele,
Il seguito di Mynyddog, rinomato in battaglia,
Pagarono per l'idromele con le loro vite: Caradog...
...Peredur dall'armatura d'acciaio...

XXXVII
...Il giorno della battaglia era pronto,
Amara ricompensa:
L'uomo di Mynyddog guadagnò il proprio idromele.

Come nelle leggende irlandesi, anche nel regno di Gododdin vi era l'uso di assegnare la “porzione del campione” durante i banchetti:

XC
...Il difensore del guado era stato felice,
La porzione d'onore, nella corte, era per lui.

Gli eroi ricordati nel poema possedevano cavalli ed erano dotati di belle armi, mentre i capi indossavano anche preziosi torques d'oro; alcuni dei combattenti erano evidentemente molto ricchi:

XIX
...Tre capi e trecento,
Tre cavalieri della mischia
Dalla dorata Eidyn,
Tre schiere vestite di ferro
Tre re adornati di torques
Tre valorosi cavalieri
Tre pari della battagli
Tre schierati allo stesso modo...

XXXV
Uomini giunsero a Catraeth, combattimento e grida,
Moltitudine di guerrieri a cavallo, armi scurite,
Lance lavorate e punte affilate,
Cotte di maglia(6) luccicanti e spade...

XC
...I combattenti scelti di ogni confine,
nella contesa contro gli uomini di Lloegr
Nove nemici per ciascuno, cadaveri nel sangue,
moltitudine di cavalli e armature e tuniche di seta,
Gwaednerth difese i suoi diritti combattendo.

L'opera contiene anche quella che é considerata la prima menzione di Artù:

XCIX
...Nutriva i corvi dai bastioni della rocca,
anche se non era Arthur. ...
L'identificazione di questo personaggio con il dux bellorum che sarebbe all'origine della
celeberrima epopea ha sollevato non pochi scetticismi fra gli specialisti, e la questione é
tuttora aperta.

Vengono nominati anche Taliesin, Myrddin e, forse, Llywarch Hen:

XLIX
...Per l'idromele dai corni,
Per gli uomini di Catraeth
Io, ma non io, Aneirin
(Taliesin(7) lo sa bene,
Esperto di parole)
Composi il Gododdin
Prima dell'alba successiva.

XLV
...Morien difendeva
Il canto di Myrddin e reclinava il capo...

L
...Dalla spada luminosa mi difese,
Dalla stretta del terreno mi liberò,
Dalla morte sul campo, dalla terra del nemico,
Cenan figlio di Llywarch(8), impavido, ardimentoso.

La stanza XXXVII cita anche un Caradog che potrebbe essere quel Caratacos, figlio di Cunobelinos, che combatté contro i Romani nel 43-51 d.C:

Mai fu costruita una sala così famosa.
Eccetto Morien, figliodi Caradog,
Non ci fu nessuno, consuetudine dei condotttieri
Più nobile del figlio di Fferog. ...

Vi sono anche espliciti riferimenti che definiscono gli uomini di Gododdin appartenenti alla religione cristiana, come in XXXI:

...Possa trovare accoglienza fra le schiere,
Con la Trinità in piena unità.

Nonostante le incertezze cronologico-linguistiche che circondano quest'opera per certi versi enigmatica, essa rappresenta la testimonianza dell'ultimo tentativo di resistenza all'avanzata degli Angli, che dopo la caduta di Dun Eidin incorporarono Gododdin nel regno di Northumbria. Molti dei suoi abitanti emigrarono a sud, verso le terre celtiche della Britannia occidentale.

Alec Caprari

Note:
1 “Y Gododdin”, XXIV, verso 260.
2 La bella traduzione italiana é quella di Francesco Benozzo
3 Il termine “Gododdin” si riferisce sia al poema che alla nazione ed ai suoi abitanti.
4 Questo nome é indicato nelle genealogie gallesi come quello della madre di Deinioel, fondatore di Bangor e probabilmente fratello di Aneirin.
5 La festa si tenne nella roccaforte di Edimburgo
6 “llurug” derva dal latino “lorica”
7 Nella “Historia Brittonum” Nennio nomina il bardo Taliesin accanto ad Aneirin come suo contemporaneo.
8 Llywarch é un nome piuttosto frequente nelle antiche genealogie gallesi.

martedì 24 maggio 2011

ECQUE - European Celtic Quality Event (Eventi Celtici Europei di Qualità)

Il 17 marzo 2011 nasce ECQUE - European Celtic Quality Event (Eventi Celtici Europei di Qualità), un consorzio in cui sono riuniti sette dei principali Festival Celtici d’Italia che si occupano di promuovere l'arte, la musica e la cultura celtica.

L'intento è quello di offrire, per mezzo di un “contrassegno di qualità” immediatamente identificabile, la garanzia di essere in presenza di eventi dai requisiti certi per quanto riguarda la qualità organizzativa, artistica, culturale e dei servizi. Tale garanzia di qualità viene assicurata agli interlocutori/spettatori degli eventi a tema celtico nel nostro paese: partecipanti, istituzioni pubbliche e imprese private.

Oggi più che mai diviene importante comunicare immediatamente la natura e la qualità di ciò con cui si viene in contatto ed ECQUE è la risposta per gli Eventi Celtici di Qualità organizzati nel nostro paese e aperti alle collaborazioni internazionali.

I requisiti che vengono certificati dal sigillo di ECQUE, e quindi riconosciuti agli quegli Eventi Celtici di Qualità, sono:

    Manifestazioni che hanno come obiettivo primario la diffusione della cultura celtica e di quella locale ad essa collegata, attraverso le diverse tipologie di evento in cui è articolato il festival (musica e danza, conferenze, stands, stages, ricostruzione storica)
    Assenza di qualsiasi forma di connotazione politica, partitica e religiosa all'interno del festival
    Valorizzazione / Rispetto / Conservazione dei luoghi di svolgimento del festival, con particolare riferimento ai siti immersi nella natura
    Organizzazione professionale, anche se non professionistica, con particolare attenzione agli aspetti di volontariato culturale che cura ogni aspetto dell’evento
    Servizi di comprovata qualità al pubblico
    Strutture di qualità all’aperto e al coperto per lo svolgimento di spettacoli di musica, danza, mostre, workshop, conferenze, giochi e attività in genere
    Presenza di artisti nazionali e internazionali di riconosciuto valore artistico
    Disponibilità a pubblicizzare i festivals che esibiscono il sigillo di ECQUE e collaborare con essi attraverso ogni modalità possibile.

I sette festival fondatori dell'organismo ECQUE - European Celtic Quality Event (Eventi Celtici Europei di Qualità) ai quali sono stati riconosciuti i requisiti di idoneità, rappresentano sei regioni Italiane e sono, da ovest a est:

    Celtica Valle d'Aosta
    NovaAria Novara per il Piemonte
    Capodanno Celtico di Milano e BustoFolk di Busto Arsizio (VA) per la Lombardia
    Magia Celtica Pergine Valsugana (TN) per il Trentino
    Celtival Giavera del Montello (TV) per il Veneto
    Triskell Trieste per il Friuli-Venezia Giulia.

Tali manifestazione rappresentano, ormai da molti anni, delle realtà di assoluta eccellenza nel panorama degli eventi nazionali e raccolgono riuniti un numero impressionante di partecipanti, valutabile intorno alle 250/300mila unità, divenendo in tal modo i promotori di un reale fenomeno di costume con notevoli ricadute sul sistema economico delle località interessate.

Il nostro “sistema di eventi” propone ciclicamente l'esibizione di centinaia artisti di altissimo livello provenienti da tutto il mondo e promuove efficacemente, attraverso l'attuazione di conferenze, mostre, seminari e stages la diffusione capillare di contenuti culturali di ordine, storico, archeologico ed etnografico.

Le nostre iniziative contribuiscono allo sviluppo di attività artigianali di qualità, e rivalutando la dimensione fantastica e creativa, costituiscono degli importanti momenti di aggregazione, favorendo la socializzazione e la partecipazione di tutto il nucleo familiare in piacevoli occasioni di svago e crescita culturale.

Inoltre, nell'ambito delle organizzazioni stesse di ogni singolo evento, viene posto in atto un meccanismo virtuoso di coinvolgimento su base volontaria di centinaia giovani e meno giovani, impegnati in compiti creativi ed organizzativi, che svolge un ulteriore importante ruolo educativo e di aggregazione, oltre che costituire motivo di sviluppo di un “know how” che apre al mondo del lavoro.

Questo enorme coinvolgimento trasversale di persone di tutte le età e di qualunque strato sociale, diffusa capillarmente su tutto il nord Italia, genera oltre al fenomeno culturale, anche una evidente ricaduta in termini di crescita economica sul territorio, fungendo da volano per numerose attività legate alle risorse locali siano esse culturali, ambientali o turistiche.

Il respiro dell'associazione ECQUE - European Celtic Quality Event (Eventi Celtici Europei di Qualità), data l'importanza in termini di dimensioni e qualità, degli eventi interessati, non vuole limitarsi ai confini nazionali ma, sin dalla nascita, si sono voluti creare i contatti e le premesse per un proficuo scambio di esperienze a livello europeo, mettendo in atto una serie articolata di collegamenti con analoghe manifestazioni di assoluto prestigio che si svolgono in altre nazioni o territori interessati dalla promozione della cultura celtica, prime fra tutte la Bretagna, la Scozia, l'Irlanda e l'Inghilterra con i loro decennali festival internazionali. In tal senso è auspicabile e realistico l'estendersi in breve del gruppo a realtà sovranazionali che conferiscano una dimensione ancora più rilevante all'iniziativa.

Gli obiettivi che ci poniamo, attraverso una serie di politiche sinergiche di coordinamento, sono quelli di una ulteriore crescita e promozione delle singole manifestazioni che beneficeranno dei vantaggi legati ad una politica di sistema, in termini organizzativi di promozione e di scambio di esperienze a livello anche internazionale.

ECQUE - European Celtic Quality Event (Eventi Celtici Europei di Qualità) si pone, quindi da subito, come un interlocutore di primario interesse, sia per le istituzioni pubbliche sia per le realtà economiche private, che supera di gran lunga il valore delle singole manifestazioni pur rilevanti ed importanti.

ECQUE - European Celtic Quality Event (Eventi Celtici Europei di Qualità) è l’espressione di quel patrimonio celtico europeo che fin dall’antichità forma il substrato sul quale la moderna Europa dei popoli può intessere i propri legami culturali comuni e crescere in termini di coscienza di continente unito.

http://www.ecque.eu

Fonte: http://www.utherpendragon.it/home/

lunedì 23 maggio 2011

One Lovely Blog Award


Grazie veramente molto a Wallace di Libri e Recensioni per aver pensato a Chridhe Gaidhlig - Cuore Gaelico, sono veramente onorata di aver ricevuto questo premio!




La tradizione vuole che ora sia io a premiare i blog che ritengo meritevoli di questo premio:

* FreeScotsBlog
* Meraviglie della Scozia
* Irlandando
* Scozia Magazine
* Music Magazine
* Druids Magazine
* Leyke
* Il blog di Wallace

Grazie ancora!

Triskell 2011 - programma

Festival Internazionale di Musica e Cultura Celtica di Trieste
dal 17 al 26 giugno presso il Boschetto del Ferdinandeo
 

Venerdì 17  Boschetto del Ferdinandeo
Ore 19.00 Apertura della cucina celtica.
Ore 21.00 Concerto dei Mater Dea (Italia-Torino). Musica celtic/mystic/fantasy con una band che trae ispirazione dall’Antico culto della Grande Madre. Il risultato musicale dal forte impatto emotivo, esprime un perfetto equilibrio tra le energie maschili e quelle femminili.
Ore 22.45 Power Pipes (Austria). Concerto rock celtico di energia pura, con la splendida Saskia Konz alla cornamusa. Da non perdere.
 
Sabato 18  Boschetto del Ferdinandeo
Ore 15.00 Workshop di realizzazione di un “abito celtico” con Nini. Al campo Storico.*
Ore 16.00 Dimostrazioni e prove libere di tiro con l’arco, a cura dell’Ass. Dil. Sport. Dragon Rouge.
Ore 16.00 Stage gratuito di spada per bambini con Alex. Ai 3 archi.
Ore 16.30 Carsic Highland's Games a cura del Clanz”Z” MacAjvar. Giochi celtici per tutti.
Ore 17.00 Racconti bardici con Lady Honeyblood e Lady Dragon dei MacAjvar con sottofondo del Claddagh Duo. Al cerchio di pietre nel boschetto.
Ore 18.00 Stage gratuito di danze irlandesi con Umberto Crespi dei Gens d’Ys, in area palco.
Ore 18.30 Conferenza sulla “Great Highland Bagpipe”, la cornamusa scozzese. Cenni sull'origine e diffusione degli aerofoni a sacco, cornamuse nel mondo, spiegazione sulla struttura della cornamusa scozzese, tecnica ed evoluzione dello strumento. A cura del Clan Petrie. Al cerchio di pietre nel boschetto.
Ore 19.00 Apertura della cucina celtica.
Ore 21.00 Gens d'Ys (Italia-Milano). Nuovo coreografico spettacolo di danze irlandesi con l’Accademia più famosa d’Italia.
Ore 22.45 Power Pipes (Austria). Concerto rock celtico di energia pura, con la splendida Saskia Konz alla cornamusa. Da non perdere.

Domenica 19  Boschetto del Ferdinandeo
Ore 11.00 Laboratorio gratuito “Creiamo il nostro gioiello alchemico manipolando la cera”. Tramite la manipolazione della cera, il partecipante creerà un proprio oggetto (anello, ciondolo, bracciale etc). Se il partecipante volesse successivamente trasformare l’oggetto creato da cera a metallo per poterlo indossare -tramite il processo della "fusione a cera persa"-, questa seconda parte sarà a pagamento.*
Ore 16.00 Dimostrazioni e prove libere di tiro con l’arco, a cura dell’Ass. Dil. Sport. Dragon Rouge.
Ore 16.00 Carsic Highland's Games a cura del Clanz”Z” MacAjvar. Giochi celtici per tutti.
Ore 16.30 Start Up gratuito sulla Great Higland Bagpipe, la cornamusa scozzese; tutto ciò che uno deve sapere e fare per cominciare a suonare questo strumento. Chi ha un practice chanter o una cornamusa li può portare per provare. A cura del Clan Petrie. Al cerchio di pietre nel boschetto.
Ore 17.00 Gara di lancio del “maiale” per ragazzi dai 10 ai 16 anni, e della “gallina” per bambini fino ai 9 anni.
Ore 18.00 Stage di danze scozzesi con Anna e Flavio del Clan McMulz, in zona palco.
Ore 18.00 Racconti bardici con Lady Honeyblood e Lady Dragon dei MacAjvar, con sottofondo del Claddagh Duo. Al cerchio di pietre nel boschetto.
Ore 19.00 Apertura della cucina celtica.
Ore 21.00 Intrattenimento musicale con cornamusa, tamburi e movimento, con il Clan Petrie. In campo storico.
Ore 22.15 La Corte di Lunas (Italia-F.V.G.). Concerto di musica celtico/medievale in chiave rock, per questo gruppo in nuova formazione, supervotato al festival del decennale.


Lunedì 20  Boschetto del Ferdinandeo
Ore 16.00 Dimostrazioni e prove libere di tiro con l’arco, a cura dell’Ass. Dil. Sport. Dragon Rouge.
Ore 18.00 Workshop gratuito di musica d'assieme. Un avviamento alle Irish Session, un incontro tra strumentisti di ogni livello che portano il loro strumento. Verranno fornite delle parti e, nel caso, un rapido corso per suonare tutti assieme uno o più brani (a seconda delle possibilità) della tradizione celtica. A cura del Clan Petrie. Al campo storico.
Ore 19.00 Apertura della cucina celtica.
Ore 21.00 Wooden Legs (Italia-Trieste). Concerto di scatenata musica irlandese con il gruppo irish più amato dal pubblico del Triskell. A cantare nel gruppo come ospite d’onore della serata: Dorina (X Factor).

Martedì 21 Boschetto del Ferdinandeo
Ore 16.00 Dimostrazioni e prove libere di tiro con l’arco, a cura dell’Ass. Dil. Sport. Dragon Rouge.
Ore 17.00 Ritrovo al cerchio di pietre nel boschetto per aspettare il momento esatto della declinazione più alta del Sole nel cielo. Alle ore 17.17, meditazione di connessione con le energie di Litha, il Solstizio d’Estate, condotta da Alessandro Severi.
Ore 18.00 Racconti bardici con Lady Honeyblood e Lady Dragon dei MacAjvar, con sottofondo del Claddagh Duo. Al cerchio di pietre nel boschetto.
Ore 19.00 Apertura delle cucine.
Ore 21.15 Shenanigans (Austria). Musica tradizionale irlandese con jig e reels, dal sound unico grazie alle diverse estrazioni musicali dei componenti del gruppo. Per la prima volta in Italia.
Ore 23.30 ”TeAcFuAr: I Quattro Elementi”. Spettacolo di danza, musica e poesia con i TeAcFuAr.
Ore 00.00 Celebrazione di Litha, il Solstizio d'Estate a cura di Atanvarnieë dei MacAjvar, con sottofondo dei Claddagh Duo.

Mercoledì 22  Boschetto del Ferdinandeo
Ore 16.00 Dimostrazioni e prove libere di tiro con l’arco, a cura dell’Ass. Dil. Sport. Dragon Rouge.
Ore 17.30 Carsic Highland's Games a cura del Clanz”Z” MacAjvar. Giochi celtici per tutti.
Ore 18.00 “I reami paralleli”. Incontro con lo scrittore Giovanni Zavalloni l’uomo degli Gnomi, autore dei due volumi “Ardusli” e ospite di famosissime trasmissioni TV. Cantastorie, narratore, raccontastorie e divulgatore di storia, cultura, filosofia, aneddoti, curiosità, sessualità, energie alternative, benessere e news del Piccolo popolo, degli Gnomi e delle Fate. Al cerchio di pietre nel boschetto.
Ore 19.00 Apertura della cucina celtica.
Ore 21.15 “A celtic jazz Affair” con i Double Tonic (Germania) in concerto. Raffinata musica celtic/jazz con la splendida voce della leader del gruppo, la scozzese Yvonne Arnitz.
Ore 23.00 Intrattenimento con cornamusa, tamburi e movimento, con il Clan Petrie al campo storico.

Giovedì 23 Boschetto del Ferdinandeo
Ore 16.00 Dimostrazioni e prove libere di tiro con l’arco, a cura dell’Ass. Dil. Sport. Dragon Rouge.
Ore 17.00 Workshop di realizzazione di una “coroncina di fiori”. Gli iscritti sotto i 14 anni, devono essere accompagnati da un tutore. Con Nini. Al campo storico.*
Ore 18.00 Conferenza sulla Great Highland Bagpipe, la cornamusa scozzese. Cenni sull'origine e diffusione degli aerofoni a sacco, cornamuse nel mondo, spiegazione sulla struttura della cornamusa scozzese, tecnica ed evoluzione dello strumento. A cura del Clan Petrie. Al cerchio di pietre nel boschetto.
Ore 19.00 Apertura della cucina celtica.
Ore 21.00 Arnwil (Italia-F.V.G.). Concerto di musica tradizionale irlandese, scozzese, bretone e irish dance music, con questo nuovo bravissimo gruppo formato da 5 elementi.
Ore 23.30 ”TeAcFuAr: I Quattro Elementi”. Spettacolo di danza, musica e poesia con i TeAcFuAr.
Ore 00.00 Rito dei Fuochi di San Giovanni, con Atanvarnieë dei MacAjvar, e sottofondo dei Claddagh Duo.

<b>Venerdì 24 Boschetto del Ferdinandeo</b>
Ore 16.00 Dimostrazioni e prove libere di tiro con l’arco, a cura dell’Ass. Dil. Sport. Dragon Rouge.
Ore 18.00 Conferenza di presentazione del libro "Sul sentiero di Reitia", con l'autrice Mariangela Mariga.
Ore 18.00 Carsic Highland's Games a cura del Clanz”Z” MacAjvar. Giochi celtici per tutti.
Ore 19.00 Apertura della cucina celtica.
Ore 21.00 Concerto degli Irish Stew of Sindidun (Serbia-Belgrado). Uno dei migliori gruppi serbi di musica celtica, con sfumature punk-rock. Per la prima volta in Italia.
Ore 23.30 Spettacolo di focogiocoleria, con gli Universal Fire (Italia-Vicenza).

Sabato 25 Boschetto del Ferdinandeo
Ore 11.00 “Alberi sacri, erbe incantate e magiche virtù”. Seminario sull'uso delle piante nella tradizione popolare: “i Sacchetti Magici”. Con Ernesto Fazioli studioso di mantiche antiche. I parte.*
Ore 11.00 Racconti bardici con Lady Honeyblood e Lady Dragon dei MacAjvar, con sottofondo del Claddagh Duo. Al cerchio di pietre nel boschetto.
Ore 15.00 Workshop di realizzazione di un “abito celtico” con Nini. Al campo storico.*
Ore 16.00 Dimostrazioni e prove libere di tiro con l’arco, a cura dell’Ass. Dil. Sport. Dragon Rouge.
Ore 16.30 Carsic Highland’s Games, a cura del Clan”Z” MacAjvar. Giochi celtici per tutti.
Ore 16.30 Conferenza con il dott. Cristiano Brandolini: “Il guerriero longobardo: vestiti, armi e finimenti”, al cerchio di pietre nel boschetto.
Ore 17.30 Gara di lancio del “maiale” per ragazzi dai 10 ai 16 anni, e della “gallina” (pupazzi) per bambini fino ai 9 anni.
Ore 18.00 Stage gratuito di “danze irlandesi” con Anna e Flavio del Clan McMulz, in zona palco.
Ore 18.30 Conferenza su: “La spiritualità celtica e la sua eredità nel folklore odierno”. Con la dott.ssa Elena Percivaldi, al cerchio di pietre nel boschetto.
Ore 19.00 Apertura della cucina celtica.
Ore 21.00 Puddy Murphy (Austria) in concerto. Musica tradizionale irlandese in chiave folk-rock speziata da pepe e peperoncino, proposta da questa esplosiva band composta da 5 elementi . Per la prima volta in Italia.
Ore 23.30 Spettacolo di focogiocoleria, con gli Universal Fire (Italia-Vicenza).

Domenica 26 Boschetto del Ferdinandeo
Ore 11.00 “Alberi sacri, erbe incantate e magiche virtù”. Seminario sull'uso delle piante nella tradizione popolare: “i Sacchetti Magici”. Con Ernesto Fazioli studioso di mantiche antiche. II parte.*
Ore 11.00 Racconti bardici con Lady Honeyblood e Lady Dragon dei MacAjvar, con sottofondo del Claddagh Duo. Al cerchio di pietre nel boschetto.
Ore 14.30 Celebrazione di un matrimonio celtico a cura di Atanvarnieë del Clan”Z” MacAjvar al campo storico. Chi volesse unirsi con il rito celtico potrà comunicarlo al banco dell'associazione durante il festival.
Ore 16.00 Stage gratuito di spada per bambini con Alex. Ai 3 archi.
Ore 16.00 Dimostrazioni e prove libere di tiro con l’arco, a cura dell’Ass. Dil. Sport. Dragon Rouge.
Ore 16.00 Carsic Highland's Games a cura del Clanz”Z” MacAjvar. Giochi celtici per tutti.
Ore 16.30 Conferenza con la dott.ssa Elena Percivaldi su: “I longobardi e la religione: tra paganesimo, eresia e cristianesimo”, al cerchio di pietre nel boschetto.
Ore 16.30 Workshop gratuito di musica d'assieme. Un avviamento alle Irish Session, un incontro tra strumentisti di ogni livello che portano il loro strumento. Verranno fornite delle parti e, nel caso, un rapido corso per suonare tutti assieme uno o più brani (a seconda delle possibilità) della tradizione celtica. A cura del Clan Petrie. Al campo storico.
Ore 18.00 Conferenza con il dott. Cristiano Brandolini: “Il guerriero celtico: vestiti, armi e finimenti”, al cerchio di pietre nel boschetto.
Ore 19.00 Apertura della cucina celtica.
Ore 19.30 “Storia del Whisky. Dalle origini ad oggi”. Conferenza con Andrew O'Hara del Clan”Z” MacAjvar.
Ore 21.15 Concerto con i Cisalpiper (Italia-Emilia-Romagna), uno dei gruppi di musica “celtica” più divertenti e apprezzati del pubblico del Triskell.
Ore 23.30 Chiusura del Festival con lo spettacolo di focogiocoleria degli Universal Fire (Italia-Vicenza).


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Attenzione: sia il “maiale” che la “gallina”, sono pupazzi creati con stoffe e legno.
Nessun animale è stato maltrattato durante la creazione di tali artefatti.

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Tende storiche, battaglie, dimostrazioni etc., saranno proposte dai Clan presenti.

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Nel corso delle serate al campo storico, racconti bardici con Alban e animazioni con il Clan Petrie.

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Ricco mercatino di oggettistica e artigianato celtico,
e servizio ristoro con cibi e bevande esclusivamente a tema con la manifestazione.

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Ogni sera dalle ore 18.00 circa, all'entrata presso il banco dell'associazione, troverete installata la
Triskell Celtic Camera
dove poter lasciare un video-messaggio, una gag, suggerimenti, commenti o smorfie.
I messaggi più simpatici saranno visibili sul sito della Uther Pendragon.

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Ogni sera dopo le 21.00 al cerchio di pietre, le richiestissime divinazioni a cura del “Giardino Arcano”.


COSTI DI ISCRIZIONE A WORKSHOPS E SEMINARI
(Nel costo è incluso il tesseramento all'Associazione)

Creazione di un “abito celtico” per adulti € 30,00 * stoffa inclusa.
Creazione di un “abito celtico” per bambino fino ai 12 anni € 20,00 * stoffa inclusa.
Workshop di realizzazione di una “coroncina di fiori” € 15,00 * incluso il materiale.
Laboratorio per creare il proprio “gioiello alchemico” dalla fusione della cera persa € 60,00*
Seminario sull’uso delle Erbe della Tradizione e realizzazione del “sacchettino magico” € 50,00*

* Per questi workshops è necessaria la preiscrizione in sede dell’Ass. Cult. Uther Pendragon
V. Nordio 4/C -TS- c/o New Age Center, entro il 16 giugno. Tel. 040-3721479
INGRESSO LIBERO E GRATUITO

http://www.utherpendragon.it/home/index.php/it/triskell-2011/il-programma-2011.html

domenica 8 maggio 2011

Convegno "Celti, Etruschi, Romani nella valle del Po"


Convegno "Celti, Etruschi, Romani nella valle del Po"



Materiali archeologici da Zavattarello nel quadro del popolamento antico del territorio

Il sesto appuntamento del ciclo di convegni "Per una storia dell'Appennino".
Ingresso libero
Info: www.zavattarello.org/caste
llo_convegni.html





Programma degli interventi

ore 10.00 Apertura del convegno con il saluto del dott. Simone Tiglio, sindaco di Zavattarello

ore 10.10 Introduzione di Gualtiero Strano, giornalista

ore 10.20 dott.ssa Valentina Dezza, direttrice del Museo Archeologico di Casteggio e dell'Oltrepò Pavese
“Zavattarello: rassegna dei materiali esposti presso il Museo Archeologico di Casteggio e dell’Oltrepò Pavese”

ore 10.40 dott.ssa Stefania Casini, direttrice del Museo Archeologico di Bergamo
“Carona: un esempio di epigrafia celtica in alta quota”

ore 11.10 dott. Ermanno Arslan, Accademico dei Lincei
"Osservazioni sui celto-liguri nell'Oltrepò Pavese"

ore 11.40 dott.ssa Lucia Isabella Mordeglia, Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia
“Le testimonianze archeologiche preromane nell’Oltrepò Pavese”

ore 12.00 prof. Maurizio Harari, docente di Etruscologia e Archeologia Italica presso Università degli Studi di Pavia
“Etruschi e Celti nella valle del Po: alcune riflessioni sulla battaglia del Ticino"

ore 12.20 dott. Giancarlo Baruffi, studioso di storia per la valorizzazione del territorio
“La storia annibalica tra tradizione popolare e realtà storica”

ore 12.50 dott.ssa Rosanina Invernizzi, funzionario archeologo della Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia
Considerazioni conclusive

ore 13.10 Interventi del pubblico

ore 13.30 A conclusione, rinfresco offerto dall’Amministrazione comunale di Zavattarello





Triskell 2011

Sono state rese note le date del festival celtico di Trieste giunto all' undicesima edizione. dal 17 al 26 giugno nella consueta ciornice del Boschetto del Ferdinandeo.
al momento il programma non è ancora disponibile ma potrete trovarlo presto nel sito del'Associazione Culturale Uther Pendragon

http://www.utherpendragon.it/home/

martedì 1 marzo 2011

I pastorali irlandesi




Il pastorale irlandese, o bachall, rappresenta molto bene il grado di raffinatezza raggiunto dagli artigiani dell’isola durante i secoli dell’Alto Medioevo. Ne sopravvivono una cinquantina, in vario stato di conservazione, dall’eccellente pastorale di Clonmancloise ai singoli frammenti provenienti da Inchbofin Island, Co.Westmeath. Esso origina dal bastone del pastore, strettamente legato all’immagine di Cristo. I pastorali irlandesi si differenziano dai loro analoghi della Chiesa continentale soprattutto nella forma della “testa”: invece di formare la classica voluta, si incurva a formare un’ansa uncinata, con una breve appendice all’estremità. In molti casi quest’ultima parte fungeva da contenitore per reliquie. Vi sono testimonianze archeologiche di oggetti assai simili anche in Scozia ed in Galles. Il pastorale irlandese,lungo un metro o più, venne realizzato a partire dall’ottavo o nono secolo, sino alla fine del dodicesimo. Era indubbiamente un manufatto che rispecchiava l’elevato status ecclesiastico di chi lo possedeva. Giraldus Cambrensis, che scrive nel tardo dodicesimo secolo, ci informa che gli uomini di chiesa serbavano una tale reverenza per il pastorale , tanto da riservare severe punizioni per colui che non vi dimostrasse rispetto. Anche se la produzione cessò proprio negli anni in cui scriveva Giraldus, i pastorali continuarono ad essere usati, riparati e nuovamente decorati sino al tardo Medioevo. Il più venerato era il Bachall Iosa, o Bastone di Cristo, donato secondo la tradizione da Dio a S. Patrizio. Esso viene menzionato per la prima volta nel 784, quando venne profanato assieme alle reliquie del santo durante un’assemblea a Rath Airthir. Continuò ad essere costantemente citato nelle fonti sino al 1538, quando l’Arcivescovo Brown di Christchurch, Dublino, lo bruciò pubblicamente ritenendolo oggetto di superstizione.
Il pastorale irlandese è costituito da un’anima in legno, sulla quale vengono montate strutture metalliche, solitamente fogli di bronzo piegati in forma tubolare, uniti da sottili strisce e connessi tramite elementi cilindrici o biconici realizzati in fusione. All’estremità inferiore del bastone è fissato un puntale bronzeo, mentre all’apice è applicata la testa, della quale esistevano due metodi di costruzione: il primo consisteva nell’assemblaggio di due emi-sezioni. Queste venivano unite da una striscia metallica in corrispondenza della curvatura interna e dalla cresta decorata posta nella parte superiore. L’appendice per le reliquie veniva realizzata separatamente in un unico pezzo e fissata successivamente. L’altro metodo prevedeva la fusione di un solo elemento, poi fissato in corrispondenza della curvatura esterna mediante la cresta. I due sistemi vennero usati indifferentemente sino al dodicesimo secolo. Talvolta la parte frontale dell’appendice aveva un coperchio, aprendo il quale si poteva accedere alle reliquie. I pastorali irlandesi presentano tre o quattro elementi di giunzione: uno era sempre posto immediatamente sotto la testa, l’altro in corrispondenza del puntale; gli altri, uno o due, erano fissati lungo il bastone. Sembra che in molti casi l’anima in legno non entrasse a far parte della testa, ma terminasse immediatamente al di sotto di essa. Ciò permetteva di ottenere un pastorale più leggero nella parte superiore, mantenendo il peso centrato verticalmente per tutta la sua lunghezza quando veniva innalzato.
La decorazione è
spesso limitata alla testa, al puntale e agli elementi di giunzione. Le strisce applicate potevano recare iscrizioni. Mentre per le strutture metalliche era largamente usato il bronzo, per le decorazioni, fuse o intagliate, si adoperavano foglie d’oro e d‘argento, filigrana, bottoni in vetro, smalto, pietre semi-preziose, millefiori, intarsi in argento o in niello.
Il pastorale di Clonmancloise è uno degli esemplari più belli: esso è formato dalla testa e da un’asta, entrambe in bronzo, con tre elementi di giunzione di forma biconica, riccamente ornati con motivi astratti e animali fantastici.
Caratteristica espressione del “Dublin Style”, di derivazione iberno-norvegese (noto anche come”ringerike”) fu probabilmente realizzato nella capitale. Prodotto nell’undicesimo secolo, subì alcune rielaborazioni nel quindicesimo; notevole il decoro della testa ( ottenuto mediante intarsi in argento contornati da decorazioni in niello) consistente in figure zoomorfe, draghi o serpenti, intrecciate a formare complesse volute a forma di 8. La cresta è formata da una processione di cani, fortemente stilizzata e fusa in bronzo. La figura del vescovo che uccide il mostro col bastone fu aggiunta nel tardo Medioevo.
Il pastorale di Lismore risale al 1100 e fu trovato nel 1814 a Lismore Castle assieme ad un manoscritto del quindicesimo secolo. Il nome dell’artigiano e quello del vescovo che lo commissionò sono entrambi incisi in una striscia, immediatamente al di sotto della parte superiore. La testa è ornata sui lati da perline di vetro blu con inserti millefiori rossi e bianchi.
La cresta, costituita da tre animali, fu realizzata secondo lo stile detto “urnes”, il cui nome deriva dalle sculture dell’architrave e dei pilastri di un portale della chiesa di Urnes, in Norvegia. In altri due esemplari, di cui rimangono solo frammenti, un anello di bronzo era attaccato al puntale.
Questo, quando il pastorale veniva agitato, produceva un rumore metallico. L’unica spiegazione che giustifichi la presenza dell’anello potrebbe risiedere in antichi rituali cristiani che prevedevano l’uso di piccole campane associate ai pastorali, come risulta evidente dalle sculture di White Island, Co.Fermanagh, ove i due oggetti rappresentano le insegne di una figura ecclesiastica. Secondo la credenza tradizionale, i pastorali erano contenitori all’interno dei quali venivano conservati i bastoni appartenuti ai santi. Nella maggior parte dei casi l’anima in legno fungeva semplicemente da sostegno per la struttura metallica, ed essendo coeva a quest’ultima, non è considerata una reliquia.
Archeologicamente parlando, non potremo averne conferma sino a quando non verranno esaminati tutti i pastorali irlandesi che ancora conservano la parte lignea. Nel caso del pastorale di S.Dympna, la porzione inferiore è andata perduta, esponendo così una sezione dell’asta di legno. Tale sezione ha un diametro inferiore rispetto alla struttura tubolare esterna, e per colmare lo spazio risultante venne inserito un altro pezzo di legno, opportunamente sagomato. Solo ulteriori indagini potranno dirci se si tratta di un espediente pratico di riparazione, o se il pastorale contiene davvero il sottile bastone appartenuto a S.Dympna. Da un punto di vista storico sappiamo che i pastorali svolgevano principalmente il ruolo di insegne ecclesiastiche, ma erano usati anche per la raccolta dei tributi, come talismani di guerra, per le cerimonie di giuramento, per curare e per lanciare anatemi. Essi sono giunti sino alla nostra epoca grazie ad un’antica tradizione di conservazione ereditaria: i pastorali non venivano seppelliti nelle tombe dei vescovi e degli abati, ma furono custoditi nei monasteri per molti secoli.
Un esemplare proveniente da Aghadoe, Co.Kerry, risalente al dodicesimo secolo e ricavato da una zanna di tricheco, suggerisce che altre tipologie di pastorali, simili a quelli in uso in Inghilterra e sul Continente, erano presenti in Irlanda nello stesso periodo; comunque, non è chiaro il motivo per cui la Chiesa irlandese ne usasse diversi tipi durante i primi anni del Medioevo. E’ possibile che essi fossero costruiti per rappresentare simbolicamente il bastone del santo patrono. Il pastorale forse rappresentava non solo la continuazione del potere del santo sulla Terra, ma anche quella del monastero a cui apparteneva. Le proprietà miracolose erano rafforzate dalla presenza delle reliquie contenute nella parte superiore: era un simbolo estremamente potente, e come tale venne impiegato dal clero del tempo.
Verso la fine del dodicesimo secolo cessò la produzione dei pastorali irlandesi. Gli esemplari esistenti continuarono ad essere usati, talvolta con nuove decorazioni tardo-medievali. Nonostante ciò, a partire dal tredicesimo secolo essi venero largamente rimpiazzati da quelli provenienti da Francia e Inghilterra. L’unico esempio della tarda produzione a noi noto è il superbo pastorale del vescovo di Limerick, realizzato nel quattordicesimo secolo in stile gotico inglese.

Alec Caprari

giovedì 17 febbraio 2011

Celtegh Medhelan - Milano Celtica

Un saggio sulle origini celtiche di Milano e sulla simbologia ad essa collegati, che ancora in molti non conoscono.
Prevede una sezione sulle tradizioni Milanesi e sulla lingua Insubre.

http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=582033

domenica 16 gennaio 2011

Ricetta Celtica: PANE DI FARRO FATTO IN CASA !


Ecco la ricetta per fare il pane utilizzando il farro: uno dei cereali antichi che già i nostri antenati utilizzavano.
 


 


Ingredienti:


mezzo kg di farina di farro tipo 0


due cucchiaini di lievito di birra secco


un cucchiaino di miele


un cucchiaino di sale (a seconda dei gusti)


 


Mettere il lievito ed il miele in una tazza con due dita di acqua tiepida ed attendere dieci minuti fino quando ha formato una schiuma spessa come quella del cappuccino.


Se avete il lievito in polvere mettetelo direttamente nella farina.


In un'altra tazza mettere il sale a sciogliere con due dita di acqua tiepida.


Versare la farina in una ciotola capiente e poi il lievito e l'acqua salata. 


Aggiungere acqua se serve, se non sembra sufficiente quella del lievito e del sale ed impastare tutto lavorandolo con le mani per qualche minuto. Bisogna ottenere un impasto elastico e che si stacchi da solo dalle pareti della ciotola.


Coprire la ciotola con un canovaccio e tenerla per un'oretta in un posto tiepido (vicino ad un calorifero o al sole...). Impastare di nuovo per qualche minuto e rimettere a ancora a lievitare. dopo un'oretta ancora l'impasto sarà cresciuto notevolmente. Preparare la pagnotta nella forma che si preferisce mettendola su di una teglia, meglio se su carta da forno  e lasciarla lievitare ancora qualche minuto. Infornare a 250 gradi (forno preriscaldato), 200 gradi se avete il forno elettrico. 


Lasciate cuocere dai 30 ai 35 minuti.


Il tempo di cottura dipenderà dalla forma del pane, tenete conto che dovrà avere una bella crosta dorata. Per evitare che sia poco cotto all'interno meglio spegnere il forno e lasciare il pane dentro ancora per 10 min.


Lasciare raffreddare il pane e per evitare il crostone duro coprirlo con uno straccio leggermente umido...

martedì 11 gennaio 2011

Salut a Belisama


Salut, a Belisama Mader !

Tucc i fioeu gh’hann la toa amorevolezza.


La tua Grazia la vegn de nunch


Cont la tua Grazia recevomm la sostanza del sol ch’el nass.

Sacra Belisama, Mader del fioeu piscinnin


L’è rivàa el moment de metess adrèe a sbuugiàa i zucch


Per rend onor al tò temp.

La Natura nostra amica: lavorare con le erbe Magiche

Al giorno d'oggi siamo abituati ad assumere prevalentemente farmaci che più o meno conosciamo, appartenenti alla medicina che va per la maggiore, definita "allopatica".
Il farmaco, prodotto di sintesi, proviene da un processo eseguito soltanto su alcune delle molecole della pianta, "estratte" chimicamente in laboratorio.
I nostri vecchi e i nostri avi, si sono sempre curati sin dalla notte dei tempi con le erbe, assunte sotto forma di decotti, tisane e impasti.
La tisana è conosciuta ormai da tutti. Questa la si ottiene utilizzando di preferenza la pianta fresca, appena raccolta (ma anche quella secca va bene, per chi non ha tempo di cercarsela, a patto che provenga dalle nostre terre), immergendola in acqua bollente: si aspetta 15', si filtra e la si beve con un po’ di miele, (meglio se monofiore, di preferenza acacia, rosmarino, tiglio e timo) e per chi non lo tollera, meglio lo zucchero grezzo.
 
Altri metodi di utilizzo più complessi sono costituiti dalla Spagiria e dall'Omeopatia.
Esistono, però, altri metodi di utilizzo e lavorazione della pianta.
La Spagiria come l'Omeopatia, usa la pianta intera senza escludere nulla, lavorandola con mezzi e tecniche appropriate.
In questo caso la si lavora con le mani, servendosi di utensili che provengono da metalli puri, come il rame, il bronzo e il vetro, per i vari processi lavorativi.
La differenza tra Spagiria ed Omeopatia sta nel fatto che la seconda salta alcuni passaggi di elaborazione che risultano alla fine i più importanti, anche se richiedono tempi di preparazione molto più lunghi (più di 3/4 mesi).
Per una questione economica, quindi, l'Omeopatia ha deciso di fare a meno di alcuni dei passaggi per ottenere maggiori quantitativi di prodotto da vendere sul mercato farmaceutico.
 
Come diceva Goethe:
"La conoscenza della Natura deve rappresentare un punto di incontro, un ritmo tra l’estremo empirico e quello astratto. Tale punto di incontro si realizza in un nuovo sistema di conoscenza, chiamato “intuizione” o percezione del “fenomeno originario”. In essa il fatto percepito perde la sua particolarità empirica per rivelare l’idea, la legge profonda della natura, idea e legge che in un altro modo non potrebbe mai essere colta al di fuori dell’ambito sensibile. Questo è possibile perché l’Uomo fa parte della Natura ed è Natura lui stesso e quindi non si può avere una contrapposizione tra soggetto ed oggetto nel conoscere, poiché lo stesso spirito si esprime nell’Uomo e nella Natura. L’Uomo conoscendo il mondo conosce se stesso e nel soggetto vi è tutto ciò che è nell’oggetto."
 
 
IL PRODOTTO SPAGIRICO
 
II termine Spagiria deriva dal greco “Spao” e “Agheuro” che significa letteralmente separare e ricongiungere.
Il processo di ottenimento dei rimedi spagirici è basato sull'opera del medico svizzero Paracelso (1493-1541), ritenuto l’iniziatore della Spagiria.
Oggi, comunque, con l’ampliamento delle conoscenze sulle fonti tradizionali, siamo in grado di affermare che la Spagiria come l’Alchimia, ha avuto i suoi natali nell’antico Egitto.
Questa è poi approdata nella Magna Grecia, intorno al 500 a.C., dando luogo alla Scola Italica, preesistente a Pitagora medesimo.
Può essere considerata come un ponte fra l’omeopatia classica e la fitoterapia moderna e si distingue da queste per alcune peculiarità ben distinte.
La produzione della tintura spagirica (così viene chiamato il prodotto ottenuto) è basata su tre tappe essenziali: la fermentazione, la distillazione e l'incenerimento.
In questo modo possono venir estratti gli oli essenziali (sostanze aromatiche), le sostanze minerali e gli oligoelementi propri a ciascuna pianta. Il vantaggio di queste essenze spagiriche risiede dunque nel fatto che contengono non solo delle sostanze organiche, ma anche delle materie inorganiche (sali minerali, oligoelementi).
Solitamente le tinture contengono poco alcool (10%-20%) e se il dosaggio prescritto è rispettato, non sono tossiche; sono inoffensive e senza effetti secondari conosciuti. Tramite le differenti tappe di produzione, viene utilizzata tutta la forza della pianta.
 
LE PIANTE
Per la produzione delle essenze spagiriche si utilizzano preferibilmente piante fresche raccolte in zone incontaminate o a basso inquinamento, come possono essere le nostre montagne.
Solitamente un buon spagirista sottomette le piante ad un severo controllo di qualità prima di utilizzarle per la produzione. Questo controllo comporta fra l'altro un'analisi delle impurità, come la presenza di erbicidi, pesticidi e di metalli pesanti.
 
LA FERMENTAZIONE
Le piante sono sottomesse ad una fermentazione in acqua e ciò rappresenta la prima tappa della produzione di un'essenza spagirica. Secondo le piante, questo processo può durare parecchi giorni o addirittura settimane. Durante il processo di fermentazione, gli oli essenziali vengono liberati e delle sostanze aromatiche caratteristiche ad ogni pianta si sviluppano. Durante la fermentazione, dei cambiamenti strutturali del materiale vegetale generano la formazione d nuove sostanze. La fermentazione è seguita dalla distillazione.
 
LA DISTILLAZIONE
La massa vegetale è sottomessa ad una distillazione a vapore d'acqua che è una forma di distillazione dolce. Il suo scopo è di recuperare le sostanze aromatiche e l’etanolo estratto dalle piante durante la fermentazione. Dopo aver raggiunto la quantità di distillato prescritto questa tappa di produzione è terminata. Il distillato presenta un aroma molto gradevole che è rinforzato dal processo di fermentazione precedente.
 
L’INCENERIMENTO
La tappa seguente è l'incenerimento del residuo di distillazione. Lo scopo dell'incenerimento (calcinazione, secondo il termine alchemico) è di estrarre dalla massa vegetale i sali minerali e gli oligoelementi propri alle piante. Questi sono poi rimessi in soluzione nel distillato, e l’eccesso viene filtrato. Notiamo che questo processo di combustione elimina ogni traccia di sostanze organiche potenzialmente tossiche (alcaloidi).
 
COME UTILIZZARE UNA TINTURA SPAGIRICA
Le tinture spagiriche si utilizzano non solo sotto forma liquida di essenze, individuali o in miscela, ma anche sotto forma di unguenti (oleoliti).
Vanno assunte sotto forma di gocce con poca acqua, alla mattina a digiuno.
Le gocce possono variare da 2 a 5 a seconda del trattamento. Nel caso acuto se ne utilizzano anche 7.
 
OLEOLITI SPAGIRICI
Per quanto riguarda gli oleoliti, il procedimento risulta essere più semplice da attuare rispetto alle tinture, e chiunque di noi può cimentarsi a casa propria, avendo però la cura di utilizzare pentole in ghisa più resistenti alle alte temperature.
Dapprima si lascia asciugare la pianta al sole, fino a quando tutta l’acqua è evaporata.
Come secondo procedimento si invasa la pianta assieme all’olio di ricino (acquistabile in una qualsiasi farmacia) e la si lascia in infusione per circa 40 giorni.
Alla fine si filtra il composto e si passa alla calcinazione, ovvero incenerimento, della pianta possibilmente in un forno a combustione naturale: il prodotto che si ottiene assume un colore biancastro e si riduce in polvere.
Tale polvere va rimescolata assieme all’olio filtrato. L’oleolito è così pronto.
 
 
PREPARAZIONE E SPIEGAZIONE
La raccolta, la preparazione e la manipolazione delle piante dovrà avvenire in tempi precisi e con modalità rigidamente in sintonia con i ritmi della Natura, vale a dire scegliendo il giorno ed anche l’ora più propizi per la raccolta.
Un buon libro di Erbe Officinali, ci indicherà, poi, il periodo di crescita di ogni singola pianta, in modo tale da poter scegliere con cura quella che più si addice alle nostre esigenze.
Altro fattore da tenere in considerazione, e che i nostri Avi ben conoscevano, erano le “similitudini” con le divinità (Forze di Natura) che si associavano alle erbe.
Come alcuni di noi ben sanno, presso i Celti esistevano numerose divinità, ed anche per ogni singola creatura ve ne era una preposta ad hoc, che ne donava caratteristiche uniche e inequivocabili.
Per la preparazione spagirica dobbiamo tenere conto di alcuni fattori.
Ogni pianta è composta di tre parti fondamentali, ottenibili per separazione naturale:
L' Acido, positivo.
La Base, negativa.
Il Sale, neutro, risultante dall’unione dei primi due.
In via generale, per macerazione, distillazione ed infine calcinazione, si ottengono i tre elementi separati che, alla fine, riuniti assieme, danno luogo alla cosiddetta Quinta Essenza, che risulta essere un elemento infinitamente potenziato rispetto alla pianta di partenza, in quanto contiene in sé l’elemento energetico che alimenta, sostiene e dirige la parte fisica della pianta.
La pianta è complementare all’uomo:
RADICI preposte al  CERVELLO
TRONCO E FOGLIE preposte alla ZONA TORACICA
FIORE preposte agli ORGANI RIPRODUTTIVI.
FRUTTI E SEMI preposte agli ORGANI DEL RICAMBIO.
Un esempio più recente di questa metodologia spagirica, la ritroviamo nel nostro medioevo, con i monaci benedettini che, all’interno del monastero, costruito secondo i canoni geometrici sacri, vagliavano gli individui da sanare, sia fisicamente che spiritualmente, praticando una vera e propria terapia Psicosomatica.
Essi producevano medicamenti spagirici ed alchemici nei propri laboratori, potenziandoli con la sacralità sia del luogo che delle loro tecniche, vere e proprie rituarie sacre.
Siamo di fronte ad una filosofia olistica, cioè unitaria, che vede l’Universo come un unico corpo vivente, composto da infiniti elementi interdipendenti, dei quali l’uomo è il riassunto, potremmo dire il luogo geometrico del sistema e che costituisce l’elemento ultimo catalizzatore di tutte le forze divine.
Da questo si può ritenere chiaramente che non è il Male, la Malattia ad Esistere, ma il Malato, in questo caso considerato come un piccolo Universo sconnesso, mal combinato, con il quale veniamo in contatto, innanzitutto per via sottile, e che possiamo veramente portare a guarigione.
La luna è la lente di convergenza di tutte le forze cosmiche in generale e delle stelle in particolare. Questo in Spagiria è fondamentale e la maggior parte degli operatori del settore lo ignora completamente.
La Natura, la Grande Madre, mentre toglie con una mano, si premura di dare con l’altra;
cioè, viste le forze sfavorevoli, possiamo evitarle e mutarle a nostro vantaggio.
 
 
DOVE E COME RACCOGLIERE LE ERBE
Il bosco è uno fra i tanti luoghi dove possiamo trovare le nostre erbe: vale qualsiasi altra località di pianura e di collina, ma che assolutamente siano distanti, il più possibile, da ogni tipo di inquinamento magnetico (es. tralicci dell’alta tensione, antenne trasmittenti radio, radar, TV, ecc.); inquinamento chimico ed acustico.
È preferibile il bosco in quanto luogo atemporale per eccellenza, che ci permette di tornare nella dimensione atemporale dei nostri antenati.
Ad esempio, per chi ha la possibilità di frequentare i luoghi delle nostre magnifiche Alpi e Prealpi, potrà constatare come ci si possa immergere abbastanza facilmente, in un ambiente Celtico ancora genuino, quasi del tutto privo di ogni inquinamento acustico e ambientale ed ancora integro.
Seguendo un qualsiasi sentiero prima di entrare in un bosco, quasi sempre si incontra una cappelletta contenente una Madonna, dove sull’altarino sono posti sempre fiori freschi di stagione.
La Madonna non è altri che la dea Belisama, dea celtica della fertilità per eccellenza; sappiamo, a tal proposito, che tutte le divinità e le forze esistenti in Natura ai tempi dei Celti, hanno subito delle modifiche peculiari, durante la cristianizzazione operata molti secoli or sono.
Hanno cambiato il nome ma non la sostanza, e se anche li chiamiamo con nomi “cristianizzati” rimarranno sempre le stesse entità primordiali che i nostri Avi invocavano.
È con la collaborazione di queste forze che bisogna iniziare raccogliere le erbe: con lo spirito dovuto, cominciamo col farcele amiche e chiedere il loro aiuto e consenso prima di entrare nel bosco sacro (Nemeton).
Al di là dell’indicazione generica di cogliere la pianta al massimo della sua potenzialità, che si ha nei primi giorni di luna crescente, dobbiamo valutare la corrispondenza di ogni singola pianta consone alla problematica psico-somatica da curare.
 
Seguiamo il “Pensiero” Celtico:
Ben equipaggiati, con cestino e falcetto, entriamo nel bosco liberandoci prima da ogni pensiero negativo e preoccupazione: la tranquillità è fondamentale.
Lentamente entriamo in contatto con i profumi che emanano gli ambienti del bosco: essi sentono che le nostre intenzioni sono positive, ed allora anziché opporsi, ci fanno strada e ci facilitano il cammino.
Quando arriviamo in una radura, ci fermiamo al centro e poco alla volta, abituiamo la vista alla penombra e scorgiamo le nostre erbe.
Ci chiniamo, e prima di maneggiare il falcetto, pronunciamo questa invocazione possibilmente nella propria parlata o in quella del luogo prescelto:
 
“Salute a VOI, o luminosa, …………… (nome della pianta), sono venuto a cogliervi affinché mi rendiate la salute, poiché sono affetto da un male che voglio curare”.
 
È importante la differenza che passa tra l'usare l'italiano (lingua ormai alla portata di tutti) e nel rivolgerci nella lingua madre; il secondo è più potente perché ha un vissuto storico genuino e quella carica magnetica pregna di tutte le Voci generazionali che provengono dalle nostre terre, dai nostri nonni.
Come si sa i Druidi usavano, non solo per il vischio, ma anche per tutte le altre erbe del bosco, il Falcetto d'oro.
Il falcetto può essere di ferro, ma è fondamentale che lo stesso sia stato acquistato
nuovo e debitamente Consacrato.
Esso dovrà essere maneggiato esclusivamente da noi, e custodito gelosamente nel nostro cassetto o altare, anch’esso consacrato.
Un consiglio che ci proviene da lontano: per consacrare qualsiasi cosa, ci si deve recare ad una fonte pura, alla riva della quale si trovino Noccioli e/o Salici.
È fondamentale che vi siano queste e non altre piante, perché la tradizione celtica nostrana vuole che si portino e si leghino ai rami di tali piante fazzoletti di lino bianco con scritti i nostri desideri, i nostri pensieri e i nostri dubbi (in nero o rosso).
Il Nocciolo e il Salice sono piante che ci aiutano nella contemplazione e nel percorso dei nostri pensieri profondi.
Quando avremo terminata la raccolta, ringrazieremo le forze amiche del bosco, sostando brevemente in contemplazione e in comunione con tutto l'ambiente che ci circonda, tornando poi a casa nostra.
Lì giunti, stenderemo opportunamente le erbe ad asciugare per poterle mantenere più a lungo: è consigliabile, successivamente, conservarle in barattoli scuri, non esposti direttamente alla luce del sole. Meglio se questi barattoli sono di terracotta o vetro per evitare che vengano in contatto con materiali estranei alla costituente naturale.