Il pastorale irlandese, o bachall, rappresenta molto bene il grado di raffinatezza raggiunto dagli artigiani dell’isola durante i secoli dell’Alto Medioevo. Ne sopravvivono una cinquantina, in vario stato di conservazione, dall’eccellente pastorale di Clonmancloise ai singoli frammenti provenienti da Inchbofin Island, Co.Westmeath. Esso origina dal bastone del pastore, strettamente legato all’immagine di Cristo. I pastorali irlandesi si differenziano dai loro analoghi della Chiesa continentale soprattutto nella forma della “testa”: invece di formare la classica voluta, si incurva a formare un’ansa uncinata, con una breve appendice all’estremità. In molti casi quest’ultima parte fungeva da contenitore per reliquie. Vi sono testimonianze archeologiche di oggetti assai simili anche in Scozia ed in Galles. Il pastorale irlandese,lungo un metro o più, venne realizzato a partire dall’ottavo o nono secolo, sino alla fine del dodicesimo. Era indubbiamente un manufatto che rispecchiava l’elevato status ecclesiastico di chi lo possedeva. Giraldus Cambrensis, che scrive nel tardo dodicesimo secolo, ci informa che gli uomini di chiesa serbavano una tale reverenza per il pastorale , tanto da riservare severe punizioni per colui che non vi dimostrasse rispetto. Anche se la produzione cessò proprio negli anni in cui scriveva Giraldus, i pastorali continuarono ad essere usati, riparati e nuovamente decorati sino al tardo Medioevo. Il più venerato era il Bachall Iosa, o Bastone di Cristo, donato secondo la tradizione da Dio a S. Patrizio. Esso viene menzionato per la prima volta nel 784, quando venne profanato assieme alle reliquie del santo durante un’assemblea a Rath Airthir. Continuò ad essere costantemente citato nelle fonti sino al 1538, quando l’Arcivescovo Brown di Christchurch, Dublino, lo bruciò pubblicamente ritenendolo oggetto di superstizione.
Il pastorale irlandese è costituito da un’anima in legno, sulla quale vengono montate strutture metalliche, solitamente fogli di bronzo piegati in forma tubolare, uniti da sottili strisce e connessi tramite elementi cilindrici o biconici realizzati in fusione. All’estremità inferiore del bastone è fissato un puntale bronzeo, mentre all’apice è applicata la testa, della quale esistevano due metodi di costruzione: il primo consisteva nell’assemblaggio di due emi-sezioni. Queste venivano unite da una striscia metallica in corrispondenza della curvatura interna e dalla cresta decorata posta nella parte superiore. L’appendice per le reliquie veniva realizzata separatamente in un unico pezzo e fissata successivamente. L’altro metodo prevedeva la fusione di un solo elemento, poi fissato in corrispondenza della curvatura esterna mediante la cresta. I due sistemi vennero usati indifferentemente sino al dodicesimo secolo. Talvolta la parte frontale dell’appendice aveva un coperchio, aprendo il quale si poteva accedere alle reliquie. I pastorali irlandesi presentano tre o quattro elementi di giunzione: uno era sempre posto immediatamente sotto la testa, l’altro in corrispondenza del puntale; gli altri, uno o due, erano fissati lungo il bastone. Sembra che in molti casi l’anima in legno non entrasse a far parte della testa, ma terminasse immediatamente al di sotto di essa. Ciò permetteva di ottenere un pastorale più leggero nella parte superiore, mantenendo il peso centrato verticalmente per tutta la sua lunghezza quando veniva innalzato.
La decorazione è
spesso limitata alla testa, al puntale e agli elementi di giunzione. Le strisce applicate potevano recare iscrizioni. Mentre per le strutture metalliche era largamente usato il bronzo, per le decorazioni, fuse o intagliate, si adoperavano foglie d’oro e d‘argento, filigrana, bottoni in vetro, smalto, pietre semi-preziose, millefiori, intarsi in argento o in niello.
Il pastorale di Clonmancloise è uno degli esemplari più belli: esso è formato dalla testa e da un’asta, entrambe in bronzo, con tre elementi di giunzione di forma biconica, riccamente ornati con motivi astratti e animali fantastici.
Caratteristica espressione del “Dublin Style”, di derivazione iberno-norvegese (noto anche come”ringerike”) fu probabilmente realizzato nella capitale. Prodotto nell’undicesimo secolo, subì alcune rielaborazioni nel quindicesimo; notevole il decoro della testa ( ottenuto mediante intarsi in argento contornati da decorazioni in niello) consistente in figure zoomorfe, draghi o serpenti, intrecciate a formare complesse volute a forma di 8. La cresta è formata da una processione di cani, fortemente stilizzata e fusa in bronzo. La figura del vescovo che uccide il mostro col bastone fu aggiunta nel tardo Medioevo.
Il pastorale di Lismore risale al 1100 e fu trovato nel 1814 a Lismore Castle assieme ad un manoscritto del quindicesimo secolo. Il nome dell’artigiano e quello del vescovo che lo commissionò sono entrambi incisi in una striscia, immediatamente al di sotto della parte superiore. La testa è ornata sui lati da perline di vetro blu con inserti millefiori rossi e bianchi.
La cresta, costituita da tre animali, fu realizzata secondo lo stile detto “urnes”, il cui nome deriva dalle sculture dell’architrave e dei pilastri di un portale della chiesa di Urnes, in Norvegia. In altri due esemplari, di cui rimangono solo frammenti, un anello di bronzo era attaccato al puntale.
Questo, quando il pastorale veniva agitato, produceva un rumore metallico. L’unica spiegazione che giustifichi la presenza dell’anello potrebbe risiedere in antichi rituali cristiani che prevedevano l’uso di piccole campane associate ai pastorali, come risulta evidente dalle sculture di White Island, Co.Fermanagh, ove i due oggetti rappresentano le insegne di una figura ecclesiastica. Secondo la credenza tradizionale, i pastorali erano contenitori all’interno dei quali venivano conservati i bastoni appartenuti ai santi. Nella maggior parte dei casi l’anima in legno fungeva semplicemente da sostegno per la struttura metallica, ed essendo coeva a quest’ultima, non è considerata una reliquia.
Archeologicamente parlando, non potremo averne conferma sino a quando non verranno esaminati tutti i pastorali irlandesi che ancora conservano la parte lignea. Nel caso del pastorale di S.Dympna, la porzione inferiore è andata perduta, esponendo così una sezione dell’asta di legno. Tale sezione ha un diametro inferiore rispetto alla struttura tubolare esterna, e per colmare lo spazio risultante venne inserito un altro pezzo di legno, opportunamente sagomato. Solo ulteriori indagini potranno dirci se si tratta di un espediente pratico di riparazione, o se il pastorale contiene davvero il sottile bastone appartenuto a S.Dympna. Da un punto di vista storico sappiamo che i pastorali svolgevano principalmente il ruolo di insegne ecclesiastiche, ma erano usati anche per la raccolta dei tributi, come talismani di guerra, per le cerimonie di giuramento, per curare e per lanciare anatemi. Essi sono giunti sino alla nostra epoca grazie ad un’antica tradizione di conservazione ereditaria: i pastorali non venivano seppelliti nelle tombe dei vescovi e degli abati, ma furono custoditi nei monasteri per molti secoli.
Un esemplare proveniente da Aghadoe, Co.Kerry, risalente al dodicesimo secolo e ricavato da una zanna di tricheco, suggerisce che altre tipologie di pastorali, simili a quelli in uso in Inghilterra e sul Continente, erano presenti in Irlanda nello stesso periodo; comunque, non è chiaro il motivo per cui la Chiesa irlandese ne usasse diversi tipi durante i primi anni del Medioevo. E’ possibile che essi fossero costruiti per rappresentare simbolicamente il bastone del santo patrono. Il pastorale forse rappresentava non solo la continuazione del potere del santo sulla Terra, ma anche quella del monastero a cui apparteneva. Le proprietà miracolose erano rafforzate dalla presenza delle reliquie contenute nella parte superiore: era un simbolo estremamente potente, e come tale venne impiegato dal clero del tempo.
Verso la fine del dodicesimo secolo cessò la produzione dei pastorali irlandesi. Gli esemplari esistenti continuarono ad essere usati, talvolta con nuove decorazioni tardo-medievali. Nonostante ciò, a partire dal tredicesimo secolo essi venero largamente rimpiazzati da quelli provenienti da Francia e Inghilterra. L’unico esempio della tarda produzione a noi noto è il superbo pastorale del vescovo di Limerick, realizzato nel quattordicesimo secolo in stile gotico inglese.
Alec Caprari
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