lunedì 8 maggio 2006

An introduction to Capercaillie

Dati generali:


Autore: Capercaillie


Produzione: BMG Entertainment International UK & Ireland Ltd.


Anno: 2001


 


Titoli delle canzoni:


 



  1. Waiting for the wheel to turn

  2. Coisich, a Rùin

  3. Breisleach

  4. Dr. Macphail’s Reel

  5. Miracle of being (remixed)

  6. Fear à bhàta (Oh! My boatman)

  7. The Whinney Hills Jig

  8. An eala bhan (The white swan)

  9. Oran

  10. Islay Ranter’s Reels

  11. Outlaws (live version)

  12. Distant hill

  13. Grace and Pride

  14. Tobermory

  15. Crime of Passion

  16. Four stone walls

  17. You will rise again

  18. Heart of the Highland


La compilation “An introduction to Capercaillie” non è un vero album e non rientra nelle uscite ufficiali di questa band scozzese, che ha il suo punto forte nella straordinaria voce di Karen Matheson (Sir Sean Connery in persona ci informa che la sua gola dev’essere stata toccata da Dio…) e nella produzione di brani tradizionali (Coisich, a Rùin) ben arrangiati, e di alcuni anche piuttosto patriottici (Waiting for the wheel to turn).


Al di là di questo, gli intenditori potranno ritrovare nella produzione di questa band – senza necessariamente distinguerne le varie fasi creative – una delle punte di diamante della musica celtica del nuovo millennio, se non altro perché i Capercaillie sono stati capaci di combinare efficacemente la tradizione strumentale scozzese (che, diciamocelo, non è proprio per tutti), la suggestione della nuova celtica e un certo sound “pop” estremamente gradevole.


Credo che “An introduction to” sia uno dei pochi album reperibili, almeno in sud Italia, dei Capercaillie, e mi sento di consigliarlo non solo per questo, ma anche perché mostra efficacemente quella che è stata l’evoluzione della band dai primi anni Novanta al 2001. Si parte infatti dai ritmi pop di Waiting for the wheel to turn al sognante Breisleach, fino ad arrivare a una splendida versione live di Outlaws (un vero capolavoro di musica e testi), ai bellissimi Grace and Pride e You will rise again, e infine alle vivaci Four stone walls e Heart of the Highland. Per non parlare dei pezzi strumentali, appena tre, ma sufficienti per apprezzare i ritmi sapientemente arrangiati ed eseguiti.


Se la compilation ha una pecca, è forse quella di non sfruttare fino in fondo la vena suggestiva, per così dire, della band, non inserendo brani a mio parere bellissimi come Ailein duinn (che tutti conoscono per la versione che ne è stata inserita in Rob Roy), Thiocfadh leat fanacht o Tighinn air a’mhuir am fear a phosas mi. Per questi ultimi brani, rimando alle compilation Celtic Stars.


Per altre informazioni sulla band e per i testi delle canzoni, ecco l’indirizzo del sito della band, ben curato e fornito: www.capercaillie.co.uk