
Dell’intero territorio gallico Montefortino era probabilmente il baluardo celtico più meridionale, al confine con gli Etruschi e i Piceni.
Oggi Montefortino è uno dei luoghi più suggestivi e accoglienti delle Marche, apprezzato centro turistico perché ancora incontaminato, situato sulle rive di un piccolo torrente di acqua cristallina fra grandi querce.
L’intervento umano è sempre stato rispettoso dell’ambiente ma la Provincia di Ancona ha approvato un piano di sfruttamento intensivo di una risorsa locale: la pietra delle montagne circostanti, una particolare pietra chiamata «scaglia bianca e rossa». Secondo questo piano di sfruttamento, il territorio del Monte Sant’Angelo è stato dichiarato bacino estrattivo e ha rischiato di diventare una cava all’aperto, con la distruzione dell’ambiente naturale e con esso della tranquillità dei suoi abitanti e di una memoria storica che ancora attende di essere conosciuta e riconosciuta.
Come già annunciato qui, il sito di Montefortino oggi è salvo.
Ma la vicenda non si conclude qui: segnalo una rassegna stampa in costante aggiornamento riguardo al bacino di Monte Sant’Angelo. La rassegna stampa è aggiornata dal fondatore del gruppo di Facebook "Salviamo la necropoli celtica di Montefortino".
Qui il comunicato stampa ufficiale di Italia Nostra all'indomani della vittoria: http://www.italianostra.org/eventi/nostri_eventi/marche_tar.html
E qui la sentenza del TAR: http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Ancona/Sezione%201/2006/200600134/Provvedimenti/200901242_01.XML
Nessun commento:
Posta un commento