Strega. Una parola, un nome che al giorno d'oggi incute timore e suscita il ricordo di grandi superstizioni, per lo più negative.
In realtà le Streghe erano figure antichissime di origine “pagana” celtica.
Bastava veramente pochissimo per essere definiti “Strii” o “Stròlech” “Strion”, come si pronuncia nelle parlate della Lombardia.
Solitamente erano donne anziane o giovani solitarie (ma a volte anche uomini) che vivevano al limitare dei boschi, spesso contadine che magari facevano le levatrici, conoscevano i segreti e le proprietà magiche delle erbe, e seguivano le vecchie tradizioni legate alla Natura e al ritmo delle stagioni.
Con l'avvento del Cristianesimo, in tempi di misteria e malattie contagiose, la Chiesa Cattolica, gli altri prelativ e i potenti dell'epoca, iniziarono a perseguitarle sempre più aspramente fino ad arrivare a bruciarle vive in nome di una negazione delle credenze pagane e della demonizzazione di queste figure che venivano ritenute figlie del maligno e quindi cattive. Accusandole di rovinare i raccolti, causare malattie, praticare la magia a scopi malvagi e rovinare le famiglie con incantesimi malefici, riuscivano ad incutere nelle persone grande paura e al contrario grande devozione alla Chiesa.
Tra il 1400 e il 1660 la “caccia alle streghe” aveva bruciato vive migliaia di persone innocenti.
Piano piano iniziò a diventare meno frequente fino a che non si estinse. In compenso, fanno ancora parte della collettiva superstizione, retaggio di queste antiche credenze suscitate dalla Chiesa: le vediamo nei film, raccontate nei libri e in tanti programmi TV, ed ancora nei boschi o in riva a qualche fiume dove si riuniscono per compiere riti segreti.
50 anni fa nacque in Inghilterra, la “Wicca” che deriva dal termine inglese “witch” ed è una sorta di nuova religione che si diffuse in America ed infine raggiunse anche l'Italia. La Wicca si ispira a molte credenze che la Chiesa condannava durante la caccia alle streghe, si basa sul principio che tutto è sacro ma non ha nulla di satanico.
Ma veniamo all
'origine del nome.
In gaelico si chiama “Cailleach Bandraoi” (si pronuncia Calliah Banrui) con il significato di druidessa, saggia, maga e indovina.
Ma la Strega è viene anche associata ai poteri segreti della Luna – Gealach (ghialah) – che infonde in queste persone grandi poteri e infinite conoscenze dei cicli lunari legati alla Madre terra.
Sentainne (Scentann) vuol dire “donna anziana” ed è un'altra espressione per definire una Strega.
Da noi, in Lombardia, come detto più sopra, si chiamano “Strii” (Stria al singolare) e gli uomini “Stròlech” od anche “Strion”.
Ebbene, il nome deriva dal gaelico “Striòc” (sctriuk) che significa “percuotere con un bastone” e “carezza”, a significare l'atto sacro di percuotere la terra con un bastone di legno (solitamente quercia o nocciolo) per invocare i poteri benefici della Grande Madre e propiziarsi il migliore dei raccolti e la buona riuscita delle pozioni magiche per curare le persone. Atto che assomiglia più ad una “carezza” amorevole che una mamma fa al proprio bambino per fargli capire quanto lo ami, un atto d'amore verso la propria terra.
Ecco un'antica cantilena Milanese che meglio rappresenta questa figura ambigua:
“La sciora Teresa
l'è veggia, l'è brutta
l'è mezza distrutta
la dorma del dì.
De nòtt la va intòrna
la gira, la gola,
l'è semper lee sola
la porta el marì.
l'è denter in la tana,
l'è denter la Stria:
cascemmela via ?
Andemm, vegnì chì.
Sont minga inscì merlo,
la tana l'è scura
gh'hoo tròppa pagura !
La veggia l'è lì.
La Sciora Teresa
l'è in lett ammalada
l'ha faa ona cascada
l'ha ròtt el marì.
l'è dent in la tana
scottada, brusada
rabbiada, dannada
lassemela inscì.
La veggia bacucca
la pesta la zucca
la pesta la saa
la veggia del carnevaa”
A Milano si credeva che nella zona di via Quadronno fosse esistito un bosco fittissimo nel quale nessuno osava mettere piede o abitare perchè si credeva che lì le Streghe si riunivano per convegni e per compiere rituali magici.
Si diceva che nella “cà di tencitt” di via Laghetto, 2, abitasse una fattucchiera che di notte saliva sul tetto per parlare con altre streghe del Verziere. Poi, a cavallo delle scope, “brugh”, partivano per i loro “sabba” abituali.
In realtà si trattava di donne che erano ispirate a principi di dolcezza e dignità verso la Natura, il Sapere insegnato a tutti i praticanti perchè se ne possano servire per il Bene, nessuna asprezza ideologica tra gli uomini, armonia ed equilibrio tra gli Uomini e la Natura e nessuna ossessione del peccato.