Evreux (Fr) - Quaranta scheletri umani e cento di cavalli, ammucchiati alla rinfusa nei pochi metri cubi di terra di una fossa comune a 50 chilometri da Parigi.
Tornano alla luce ad Evreux, in Normandia, i resti dei sacrificati al culto della Dea Epona, la divinità celtica dei cavalli. Con un particolare inquietante: i resti scoperti dagli archeologi non datano all’epoca dell’invasione di Giulio Cesare, o immediatamente dopo. Le ossa e le ceramiche rinvenute risalgono a molto più tardi, al terzo secolo dopo Cristo, un periodo in cui la Gallia celtica sembrava del tutto romanizzata, anche nella religione. In epoca Antonina e Severa, semmai, l’unica alternativa al paganesimo romano era costituita dal montante cristianesimo. Almeno nelle certezze avute fino ad oggi dagli studiosi.
Oggi pare che l’antica religione celtica sopravvivesse ancora in pieno Impero, in tutti i suoi aspetti più agghiaccianti. “È la prima volta che rinveniamo qualcosa di simile in uno scavo", ha dichiarato al “Nouvel Observateur” Christian Goudineau, professore del College de France e specialista in archeologia celtica, “non si tratta di un’opera dietro la quale si possa immaginare una mano romana. I Romani erano estremamente razionali, eccellenti organizzatori che non lasciavano niente al caso, soprattutto in tema di sepolture”.
Fonte: Kataweb
Data: 28 gennaio 2007
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